Quasi 423milioni di euro il valore della produzione generato da trenta imprese, più di 3.700 soci e oltre 1.170 addetti. Sono i numeri (dati coop aderenti al 31/12/2017 su loro bilanci 2016) del nuovo settore di Legacoop Veneto, che da oggi riunisce tutte le cooperative associate operanti nelle filiere produttive dell’agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura.
Il nuovo soggetto “Legacoop Agroalimentare Veneto” – nato oggi ufficialmente nel corso dell’assemblea costitutiva svoltasi negli spazi della cooperativa La Primavera, in provincia di Verona -, vede nominato responsabile Antonio Gottardo. Veneziano, classe 1966, laurea in Scienze politiche a Padova, funzionario di Legacoop Veneto da vent’anni come responsabile del Settore Pesca e dal 2016 presidente del Vegac-Gruppo di Azione costiera veneziano.
«Il nuovo settore nasce con gli obiettivi di rafforzare la rappresentanza delle cooperative di questi comparti e valorizzare le filiere, e al contempo contribuire a promuovere il territorio e i suoi prodotti di eccellenza, con l’impegno a mantenere alta la loro qualità e dedicare attenzione costante alla tutela del consumatore». «Vogliamo contribuire a consolidare un ambito strategico per l’economia veneta e rappresentare a livello internazionale un biglietto da visita del made in Italy agroalimentare e della sua tradizione culturale» dice Gottardo, che così prosegue: «Ma fondamentale e centrale resterà anche la promozione del ruolo strategico degli operatori del settore, con un ruolo di “sentinelle” e “custodi”, in tema di sostenibilità e presidio del territorio».
In merito al dialogo con la Regione Veneto, da sempre aperto e concreto da parte dell’associazione, Gottardo assicura che si rafforzerà ulteriormente il rapporto e la collaborazione sul fronte della definizione delle linee strategiche di sviluppo del comparto e della valorizzazione dei piani finanziari di sviluppo comunitari.
Da parte dell’assessore all’Agricoltura e Pesca della Regione del Veneto Giuseppe Pan è giunto all’assemblea un augurio di buon lavoro: «con la nascita di Legacoop Agroalimentare Veneto la nostra regione sta ottenendo un ulteriore traguardo, molto importante. Osservando le direttive delle politiche nazionali ed europee – politiche che stanno segnando un’epoca in cui “fare filiera” implica poter uscire dalla crisi, emergere grazie alla qualità e salvare la fama del prodotto locale -, comprendiamo che aggregare il settore primario significa dimostrare che i veneti sanno sempre in che direzione andare e che fare squadra è una nostra qualità, ancor più se pensiamo che il nostro territorio è noto in tutto il mondo per la sua capacità imprenditoriale, per il turismo, per il sapere fare azienda e per i prodotti enogastronomici».
«Questo accorpamento segue, con obiettivi simili, un processo che ha già coinvolto altri settori: si pensi a quello tra le coop di Produzione Lavoro e dei Servizi e a quello più recente che ha fatto confluire in Culturmedia le coop di cultura, turismo e comunicazione» spiega il presidente di Legacoop Veneto Adriano Rizzi. «Siamo di fronte a un settore, quello Agroalimentare, che già da tempo, sia a livello nazionale che veneto, vede lavorare unitamente e in modo compatto le centrali cooperative, coerentemente con il percorso dell’Alleanza delle Cooperative italiane che unirà le tre organizzazioni»
L’appuntamento è stato anche l’occasione per raccontare alcune esperienze e progetti di eccellenza, per numeri, prodotti, mercato, storia cooperativa. A partire dalla cooperativa agricola veronese La Primavera, nella cui sede è stato ospitato l’appuntamento: nata negli anni Ottanta, riunisce oggi oltre 70 bio aziende agricole, soprattutto locali, è leader regionale per la produzione di ortofrutta biologica; e conta una decennale esperienza nella fornitura di prodotti alle mense scolastiche. Oggi è forte di una rete di negozi a proprio marchio ed esporta una gamma completa di prodotti biologici in tutta Europa attraverso la società Brio, che ha fondato nel 1993 con l’obiettivo di portare i prodotti dei soci nel mercato nazionale e internazionale. Apripista riconosciuta per la produzione e la vendita del biologico in Veneto è la cooperativa El Tamiso di Padova. Nata nel 1984, sul territorio è oggi presente, oltre che al Mercato agroalimentare, anche con un negozio a marchio, spacci aziendali e banchi ambulanti; è nota anche per il suo forte impegno sul fronte dell’educazione e della sensibilizzazione ai temi, con l’organizzazione di corsi di formazione, seminari e incontri con esperti e produttori locali, e la promozione diretta ai consumatori. Veronese è anche la Avepo, cooperativa di Casaleone con oltre 250 imprese associate, specializzata nel pomodoro da industria: è fornitore di clienti del calibro di Orogel, Mutti, Pomì, Quargentan, e Rodolfi. La veneziana Primo Maggio, costituita negli anni Ottanta a Concordia Sagittaria, è un’impresa cerealicola con 1950 soci conferitori e ben 5 punti di raccolta nella zona del Veneto orientale, dove è struttura di riferimento per gli operatori del settore; dal 2017 ha avviato la commercializzazione di fertilizzanti naturali (compost) e di strumenti tecnici anche per la viticultura. Ha aperto addirittura un proprio e-commerce la padovana Padagri (Monselice), produttrice anche di biologico, che vende online birre e farine prodotte dai suoi 55 soci. Ma è la Sav-Servizi agricoli Veneti di Monselice (Padova) la pioniera in Veneto nella vendita di concimi naturali, ricavati da rifiuti organici provenienti da centri di compostaggio del Veneto, dell'Emilia Romagna e del Friuli Venezia Giulia.
In tema invece di eccellenze ittiche delle cooperative associate e dei consorzi di cui fanno parte, un progetto spicca su tutti, per il suo sguardo alla sostenibilità. È quello avviato da tempo, e ora nella sua fase finale, dall’Organizzazione di produttori bivalvia Veneto, in collaborazione con i Cogevo di Venezia e Chioggia (Consorzio di gestione e tutela dei molluschi bivalvi che riunisce tutte le imprese che pescano con draga idraulica): serve a ottenere la certificazione Msc–Marine Stewardship Councill, lo standard più credibile e completo per la pesca sostenibile. Le vongole potranno così essere certificate e commercializzate con il marchio blu “Msc pesca sostenibile” e diventare il primo prodotto ittico pescato nel Mediterraneo ad avere questo riconoscimento. Sempre in ottica di sostenibilità, la stessa organizzazione, a Caorle è in grado di produrre vongole biologiche certificate Bios e garantite da parte del Cogevo di Venezia.
È l’unica cooperativa di Caorle a vendere direttamente al consumatore il proprio prodotto fresco, garantendo la tracciabilità e la qualità del prodotto pescato, la cooperativa Livenza, che ha ottenuto, tramite bando, la concessione di uno spazio di vendita all’interno del Mercato ittico caorlese.
Spazio anche all’innovazione tecnologica per le imprese di pesca. Per qualificare e valorizzare l’antica tradizione ittica nella laguna di Venezia, diversificando così l’offerta della cooperativa, la San Marco di Burano ha creato “I-Lagoon”, una app pensata per accompagnare gli escursionisti di pescaturismo offrendo loro informazioni in diretta sulle tradizioni, le produzioni tipiche e le specificità ambientali. Ha lavorato molto in questi ultimi anni sul versante della diversificazione dell’attività dei pescatori, anche il Nuovo Consorzio di gestione della Laguna Nord promuovendo le attività di pescaturismo, ittiturismo e servizi ecosistemici. Con i marchi “Scardovari” e “cozza biologica”, il Consorzio cooperative pescatori polesine di Scardovari (Rovigo) è presente ormai in tutti i maggiori mercati italiani ed europei, grazie anche a investimenti importanti puntati a garantire una sempre migliore qualità dei prodotti.
Nel corso della mattinata è stata anche presentata la borsa di studio istituita da Legacoop Veneto in memoria di Silvio Sterzi, recentemente scomparso, fondatore e presidente della cooperativa agricola La Primavera e già componente della presidenza dell’associazione.