Un’altra vicenda di frode fiscale e di sfruttamento dei lavoratori che porta alla luce, grazie al lavoro della Guardia di Finanza, un caso di falsa cooperazione. La commenta così il nostro presidente Adriano Rizzi: «Esprimiamo tutta la nostra profonda amarezza e condanniamo aspramente, ancora una volta, l’utilizzo improprio e fraudolento dello strumento imprenditoriale e giuridico della cooperazione al fine di godere di benefici e perseguire obiettivi illeciti». «La falsa cooperazione guasta il settore, in questo caso quello della logistica, e storpia pesantemente le regole del mercato e della libera e sana concorrenza, nonché lede gravemente la dignità del lavoro e i diritti dei lavoratori».
Le false cooperative sono infatti imprese che lavorano sottocosto e scavalcano le regole, facendo concorrenza sleale e creando dumping sociale. E spesso, perseguendo finalità completamente estranee a quelle mutualistiche, si intersecano con l’illegalità come in questo caso.
È una battaglia, quella contro le false cooperative e l’illegalità, che in questi ultimi anni ha visto il mondo cooperativo compatto contro gli abusi della forma cooperativa. A livello nazionale anche con la promozione di una campagna unitaria di raccolta firme (“Stop alle False cooperative”), lanciata nel 2015 per sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare a firma dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (Aci) e conclusasi con centomila firme raccolte, di cui oltre duemila solo da parte di Legacoop Veneto. Nel febbraio 2016, quella proposta è divenuta disegno di legge: confidiamo che possa fare rapidamente il proprio corso, così come lo stesso ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro ha promesso nel suo recente incontro con l’Alleanza delle Cooperative Italiane.
Oltre a ciò forte e costante sono l’impegno in termini di cultura e sensibilizzazione, ma anche l’intensa attività di ispezione e controllo da parte di Legacoop, attività che però riguarda, evidentemente, le cooperative associate e non le non associate, come quelle coinvolte in questa indagine.
Rizzi sottolinea infine: «Analogo impegno, tuttavia, deve riscontrarsi in tutte le committenze, a partire da quelle pubbliche, con le quali operano le cooperative. Troppo spesso gli appalti al ribasso, l’accettazione di costi del lavoro poco plausibili e il successivo mancato controllo sull’applicazione di quanto previsto nelle stesse procedure di gara, mettono fortemente in dubbio il rispetto dei contratti di lavoro e dei diritti delle persone e aprono, di fatto, le porte a comportamenti “opachi” e all’illegalità. La filiera delle responsabilità deve riguardare, anzitutto, la committenza, pubblica e privata».