Giornata indimenticabile per i pasticceri detenuti del carcere di Padova quella dello scorso 9 dicembre. A far visita alla Pasticceria Giotto, della omonima cooperativa sociale, Francesco Boccia e Fabrizio Donatone, due dei tre campioni del mondo che nel febbraio scorso hanno assicurato all’Italia, dopo 18 anni di “digiuno”, la Coupe du Monde de la Patisserie, la più prestigiosa delle competizioni internazionali del settore. La giornata ha preso il via con una breve visita alle lavorazioni del carcere, poi i 28 i pasticceri e i cinque maestri artigiani si sono divisi in due gruppi per realizzare alcune squisitezze, tra cui cremini, snack, mou e torte.
Tutti insieme – pasticceri, maestri e campioni – si sono incontrati a pranzo, dove i detenuti si sono brevemente presentati e hanno raccontato la loro esperienza professionale in pasticceria.
«Siamo orgogliosi di essere qui», ha commentato Francesco Boccia, «siamo rimasti colpiti dalla grande qualità della strumentazione, dalle tecniche maturate, ma soprattutto dalla grande passione che anima le persone detenute. È un piacere e un onore contribuire a questa attività formativa. È una grande e preziosa opportunità quella che è garantita alle persone recluse».
«Lo dico sinceramente, mi sono trovato meglio in carcere che in altre pasticceri: non capita spesso che nei corsi di formazione che teniamo ci sia una tale attenzione a ogni singola parola dei formatori», ha fatto eco Donatone. «Così abbiamo dimenticato subito di trovarci in un luogo di detenzione. Sono rimasto stupito del modo con cui è organizzato il vostro lavoro, la pasticceria italiana ha bisogno di realtà come la pasticceria Giotto e vi confesso che non tutti i laboratori che ho visitato erano così bene organizzati».
«Avere con noi Francesco e Fabrizio per tutti i ragazzi della pasticceria è stata un’opportunità incredibile, erano tutti molto emozionati e attenti», commenta a caldo Matteo Florean, direttore della pasticceria del carcere, «non abbiamo solo visto all’opera due grandi maestri, ma grazie alla loro disponibilità, umiltà e voglia di mettersi in gioco abbiamo capito di più cosa significa lavorare in squadra. Questi sono incontri che fanno crescere e maturare. È stato importante anche avere con noi i rappresentanti di Agrimontana, perché interagire con le aziende migliori significa puntare sulla qualità. Per le pasticcerie esterne è più semplice, qui dentro invece sarebbe impossibile senza persone che accettano il coinvolgimento con il mondo del carcere. Non è da tutti, per questo siamo loro grati per la possibilità che ci hanno offerto».
I due campioni sono infatti intervenuti grazie ad Agrimontana, fornitore della pasticceria del carcere, azienda piemontese nota per i suoi prodotti di qualità tra i quali marroni, frutta candita e confetture. Assieme all’azienda piemontese hanno collaborato il Team Massari, creato dal notissimo maestro pasticcere Iginio, fondatore dell’accademia dei Maestri Pasticceri Italiani, e la casa Domori, produttrice di cioccolato di alta qualità con cui sono stati realizzati i dolci.