In rappresentanza delle sue cooperative sociali Legacoop Veneto, insieme a Federsolidarietà (Confcooperative), firma una lettera di denuncia delle possibili conseguenze che il recente concorso indetto da Azienda Zero (Regione del Veneto) per l’assunzione di circa trecento operatori socio sanitari e infermieri potrebbe avere sulle associate: ne è destinatario l’Assessore regionale alla Sanità e al Sociale, alla quale si evidenzia come il bando potrebbe aggravare la già delicata situazione delle cooperative sociali, che negli ultimi due anni hanno registrato gravi difficoltà nel reperire personale sanitario, con ricadute immaginabili sulla capacità delle organizzazioni di rispettare gli standard qualitativi richiesti per i servizi erogati. Ciò si ripercuote inevitabilmente, si spiega nella lettera, sulle persone più fragili in particolar modo gli anziani, che dovrebbero invece essere al centro delle priorità del sistema di welfare in particolare in questo contesto di emergenza sanitaria.
Le cooperative chiedono quindi l’apertura di un tavolo di confronto con la Regione al fine di affrontare le criticità e trovare le possibili soluzioni.
La tenuta economico-finanziaria delle organizzazioni cooperative risulta tra l’altro già provata dalla pandemia, che ha causato un aumento del prezzo dei dispositivi di protezione individuale e un aggravio dei costi legati alle attività di pulizia e sanificazione come al rispetto della normativa di sicurezza in merito all’organizzazione degli ambienti. A risentirne sono i bilanci delle cooperative sociali, poiché non sempre i corrispettivi contrattuali coprono le spese.
Loris Cervato, responsabile del settore sociale di Legacoop Veneto, motiva così l’appello rivolto alla Regione: «L’ennesimo concorso indetto da Azienda Zero rischia di portare al collasso le strutture socio sanitarie gestite dalle cooperative sociali. Le probabili dimissioni di centinaia di operatori qualificati potrebbero aprire un vuoto molto pericoloso nell’organizzazione dei servizi presso i centri diurni, le comunità alloggio, le Rsa, mettendo seriamente in difficoltà le strutture stesse e quindi gli anziani non autosufficienti, le persone con disabilità e le loro famiglie. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di aprire un tavolo di confronto, per discutere del grave problema del reperimento di personale qualificato e della necessità di una responsabile programmazione che non metta in difficoltà le strutture private accreditate». «A tutti questi problemi – continua ancora Cervato – aggiungiamo quello annoso del mancato adeguamento delle tariffe pubbliche come previsto dal rinnovo del contratto nazionale (maggio 2019), problema che sta causando pesanti ripercussioni sui bilanci delle cooperative sociali».