È di pochi giorni fa la riunione del settore sociale di Legacoop Veneto convocata per fare il punto sull’emergenza dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina e individuare le priorità della loro accoglienza.
Quasi la totalità delle cooperative presenti ha espresso la volontà di non rispondere alle richieste di manifestazione di interesse delle Prefetture del Veneto. E in numerosi casi si preferisce collaborare e dialogare direttamente con i Comuni. L’importo e il contenuto stesso del bando indetto dalle medesime, infatti, sono considerati inadeguati rispetto alle esigenze delle persone da accogliere. «Si tratta soprattutto di madri e bambini con molteplici necessità dal punto di vista sanitario e sociale – sottolinea Loris Cervato, responsabile del Settore sociale di Legacoop Veneto –, ai quali chi gestisce l’accoglienza deve garantire assistenza e accompagnamento, non solo un servizio alberghiero».
Inoltre i costi previsti per la copertura delle spese relative all’alloggio e alle utenze sono fuori mercato, sia per l’incertezza della durata di tale emergenza, sia per l’aumento dei costi delle bollette, in primis di gas ed energia.
Nei bandi è previsto anche un servizio di vigilanza notturna, che poco si addice con la tipologia di persone accolte, sarebbe decisamente più utile destinare l’importo previsto per questa voce in quelle relative all’assistenza e all’integrazione, dove c’è maggiore necessità e dove si declina più opportunamente la specificità della cooperazione sociale.
« Chiediamo di essere parte della cabina di regia regionale – conclude Cervato –, soprattutto per la parte che ci compete, ovvero l’integrazione sociale di donne e bambini, alcuni in difficoltà di inserimento. È necessario accendere un’attenzione maggiore sui minori non accompagnati, per poterli difendere dal rischio, purtroppo reale, di entrare nei circuiti pericolosi della tratta».
Tra le motivazioni che portano le cooperative sociali di Legacoop Veneto a non voler lavorare con le Prefetture anche alcune esperienze negative, in passato, legate a tempi di pagamento troppo lunghi e onerosi a causa di una rendicontazione eccessivamente burocratizzata.