“Non c’è più tempo: i servizi essenziali sono al limite della sostenibilità. Senza una modifica urgente al Codice Appalti, l’Italia rischia il blocco di funzioni vitali per scuole, ospedali, uffici pubblici, strutture sanitarie e assistenziali. La disparità tra lavori pubblici e servizi non è solo ingiusta, è pericolosa. Se non si interviene subito, la macchina dei servizi si fermerà. E con essa, una parte essenziale del Paese”.
È questo il grido di allarme lanciato alla Camera dei deputati dalla neonata Consulta dei Servizi, che riunisce, oltre a Legacoop Produzione e Servizi e Legacoop Sociali, altre 17 associazioni nazionali di imprese e le principali realtà del facility management, promotrici del Manifesto dei Servizi.
Un fronte compatto e trasversale, che per la prima volta si presenta con una sola voce per rappresentare un comparto strategico per il Paese.
Con un impatto su circa 1 milione di lavoratrici e lavoratori e circa 45mila imprese che generano un valore economico di oltre 70 miliardi di euro, le realtà del settore assicurano quotidianamente attività come la pulizia e l’igienizzazione di ambienti pubblici e di lavoro, la sanificazione degli ospedali, i servizi di welfare e socio-sanitari, la gestione delle mense scolastiche e ospedaliere, la raccolta e il trattamento dei rifiuti, i servizi di vigilanza privata e la fornitura e sterilizzazione di dispositivi medici e strumentario chirurgico.
Solo per Legacoop Veneto, le cooperative associate coinvolte sono 140, per un totale di 15.800 lavoratori nei settori dei servizi, del sociale e della cultura.
“Il recente correttivo al Codice dei Contratti ha introdotto una disciplina fortemente penalizzante per i servizi, soprattutto in tema di revisione prezzi. Per questo chiediamo al Parlamento un intervento urgente per armonizzare le soglie di accesso alla revisione tra lavori e servizi e per rendere obbligatorio l’inserimento di clausole ordinarie di revisione nei contratti continuativi e periodici. La mancata possibilità di riequilibrare i contratti in corso di esecuzione rischia di compromettere gravemente la continuità e la qualità dei servizi, con ricadute dirette sulla collettività”, ribadiscono le associazioni.
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