Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura, congiuntamente al mondo della pesca europeo, ribadisce la propria netta contrarietà rispetto al piano d’azione dell’Unione per il divieto dello strascico lanciato dal Commissario Virginijus Sinkevičius e sul quale continua il dibattito in tutta Europa. È quanto accaduto nei giorni scorsi a Montpellier, in Francia, dove era in corso la riunione del MEDAC (Consiglio consultivo per il Mediterraneo). Ai lavori del Consiglio hanno preso parte i rappresentanti della Commissione europea che hanno ribadito l’intenzione dell’Unione di proibire l’uso di strumenti di cattura mobili da fondo nelle varie aree di NATURA 2000, nonché in quelle che dovranno essere di nuova istituzione, entro il 2030.
«Nonostante gli sforzi della Commissione Ue – sottolinea l’Alleanza – per far apparire il piano come una proposta per rafforzare il dialogo e il confronto con gli stakeholder, non ci sono al momento le condizioni perché ciò possa avvenire, almeno fino a quando Bruxelles non avrà emendato quanto scritto lo scorso mese. Dopo anni di attenta gestione della pesca – prosegue la cooperazione – secondo criteri e condizioni definiti in ambito europeo e internazionale all’insegna della tutela degli stock e della biodiversità, è disarmante sapere che per l’Unione europea il cammino per la pesca sembra essere appena all’inizio».
Gli indirizzi forniti dalla Commissione europea con il pacchetto di misure, presentato lo scorso 21 febbraio con lo scopo di migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore della pesca e dell’acquacoltura dell’Ue, hanno fatto registrare da subito la forte opposizione del settore europeo della pesca.
Presente alla riunione del MEDAC, come delegato di Legacoop Agroalimentare nazionale, anche Antonio Gottardo, responsabile del settore Agroalimentare di Legacoop Veneto: «In Veneto esistono già consistenti vincoli e aree intercluse allo strascico e dunque sottoposte a protezione. Tali ulteriori limitazioni metterebbero a repentaglio una fetta consistente del settore ittico. È infatti a rischio l’attività di 200 imbarcazioni e 300 addetti, che contano per un fatturato complessivo di circa 30 milioni di euro».
In Europa, le 7.000 imbarcazioni che usano il metodo a strascico rappresentano il 25% della produzione ittica dell’UE.