«È una strada lunga da percorrere, se si pensa che ancora oggi chi ha depistato le indagini sull'omicidio di Peppino ha fatto carriera, mentre chi invocava la verità non c'è più» spiega Giovanni Impastato, che prosegue sempre sul tema della legalità e della lotta alle mafie: «Ma è una strada percorsa ormai da migliaia di persone, soprattutto giovani, che vedono in Peppino una figura di riferimento per la sua determinazione e onestà intellettuale».
Con voce accorata e sincera Impastato ha raccontato, a oltre duecento persone riunitesi il primo luglio scorso al Forte Marghera per il suo intervento, il conflitto di chi ha vissuto la mafia e l'antimafia all'interno delle proprie mura domestiche, e la successiva battaglia nel nome della legalità e della verità.
Gli spazi di Forte Marghera hanno così accolto il fratello minore di Peppino Impastato, giornalista ucciso dalla mafia nel 1978 a soli 30 anni, che ha presentato al pubblico il suo ultimo libro “Oltre i cento passi” (edito da Piemme, maggio 2017). La serata, all'insegna della cultura, della consapevolezza e della legalità contro tutte le mafie, è stata organizzata dalla nostra cooperativa sociale Controvento in collaborazione con la Libreria Diffusa di Spresiano e con l’associazione Libera di Venezia.
È la primavera del 1977 quando Peppino, insieme a un gruppo di amici, dà vita a Radio Aut, una radio libera. Da Cinisi, feudo del boss Tano Badalamenti, e proprio dall'interno di una famiglia mafiosa, Impastato scuote la Sicilia denunciando i reati della mafia e l'omertà dei suoi compaesani.
Giovanni, nato a Cinisi nel 1953, raccoglie l’eredità spirituale del fratello ed è tra i fondatori di “Casa memoria Felicia e Peppino Impastato”, realtà profondamente impegnata nella sensibilizzazione e nel contrasto alla criminalità organizzata. In questo libro l’autore cerca, per la prima volta, di fare il punto sulla situazione delle mafie – e delle antimafie – in Italia, a partire proprio dall'osservatorio di “Casa memoria”.