«Il periodo immediatamente successivo al nostro congresso è stato con ogni evidenza un unicum nella storia più recente, non solo del nostro Paese»: con queste parole il presidente di Legacoop Veneto Adriano Rizzi ha aperto l’assemblea di metà mandato svoltasi ieri, 19 ottobre, online.
E d’altronde la pandemia è il nuovo scenario congiunturale che ha chiamato e chiama tutti – dal locale al globale, dall’impresa cooperativa al sistema associativo Legacoop – a rivedere i propri programmi e ritarare gli obiettivi. Nella consapevolezza che ci sono molte criticità e nuove sfide da affrontare, ma insieme anche delle opportunità da cogliere. «Dobbiamo assolutamente utilizzare questa fase nuova, compresi gli investimenti e le risorse che saranno messe a disposizione dell’Italia, per rilanciare il nostro modello di impresa – ha sottolineato Rizzi – e contribuire a rendere migliore il nostro Paese, ripartendo proprio dalla coesione sociale».
Le imprese sono impegnate a rispondere a tale chiamata, ad essere resilienti. E dal canto suo l’associazione è chiamata a una forte azione di rilancio a sostegno delle associate e sempre in coerenza con il documento congressuale, si è detto. Crescita di competenze, cambio di passo e di visione, adeguamento al contesto, saranno le linee di sviluppo fondamentali.
«Se saremo capaci di fare questo, Legacoop Veneto sarà più competitiva e utile per le cooperative già associate e per quelle che aderiranno, perché in essa vedranno un’associazione di categoria, una centrale cooperativa attuale, efficiente, rappresentativa, perfino necessaria» ha sottolineato ancora il presidente.
L’assemblea, che ha visto una buona partecipazione cooperativa e un dibattito interessante e vivace, è stata una significativa occasione non solamente per confermare ancora una volta come la pandemia abbia avuto impatti pesanti su alcuni settori (il sociale, la cultura,…) meno su altri che addirittura hanno magari visto una crescita (il settore agroalimentare, quello dei servizi di pulizia professionale), ma anche per riconfermare alle associate le linee di impegno di Legacoop Veneto e definire quali comparti abbiano bisogno di un sostegno più mirato.
Infine, sempre in stretta continuità col mandato congressuale nonostante i profondi mutamenti avvenuti nel frattempo, si è ribadito come nell’impego dell’organizzazione restino centrali alcuni dei pilastri dello sviluppo cooperativo, come la promozione del lavoro (con lo sviluppo di nuovi workers buyout per favorire il passaggio generazionale, ad esempio) e quello della tutela e della promozione della legalità, a partire dal comparto della logistica. Inoltre, ancor più in previsione del PNRR, serve accompagnare le imprese verso percorsi di innovazione e sostenibilità, dotandoci di strumenti adatti, anche finanziari.
«Il lavoro da fare da qui al 2023, quando si concluderà questo mandato, è importante e impegnativo. Se già oggi non siamo più quelli del 2019, se il momento che stiamo vivendo è epocale, siamo anche certi che nel 2023 non saremo quelli che siamo adesso. Abbiamo davanti una delle fasi di cambiamento più rapide e radicali che si siano mai viste, certamente con delle insidie ma anche con delle importanti opportunità. Spetta a noi farci trovare pronti».
A concludere l’assemblea il nostro presidente nazionale Mauro Lusetti, che ha ribadito la centralità del modello cooperativo: «Sta qui la vera risposta che le nostre imprese sanno dare e su cui dobbiamo puntare, innovando quello che facciamo o come lo facciamo, ma tenendo il faro puntato sulle caratteristiche fondanti della cooperazione, ovvero la mutualità, il lavoro e la partecipazione democratica».