Da un recente comunicato di Legacoosociali si legge che alla metà di dicembre il numero dei suicidi nelle carceri italiane ha toccato quota 80 nel 2022 che è ancora in corso. La situazione impone una profonda riflessione da parte di chi come le cooperative sociali lavorano per l’inclusione e il reinserimento delle persone detenute.
«Il dramma che si sta vivendo all’interno degli istituti di pena pone una serie di profondi interrogativi sulla loro effettiva coerenza con il dettato costituzionale – sottolinea Loris Cervato, coordinatore Gruppo nazionale Carcere di Legacoopsociali e responsabile del Settore Sociale di Legacoop Veneto – alla luce dell’alto numero di suicidi, che rappresentano il forte disagio presente nelle carceri italiane, è doveroso trovare soluzioni più appropriate rispetto alle finalità di rieducazione e di reinserimento sociale delle persone private della libertà personale».
«La cooperazione sociale con grande impegno sta supportando le istituzioni dal punto di vista sociale e lavorativo – conclude Cervato – e in questa direzione chiede una maggiore collaborazione per rendere efficaci gli interventi che sta promuovendo sull’intero territorio nazionale».
«Le cooperative sociali – aggiunge Rossella Favero presidente della cooperativa sociale Altracittà associata a Legacoop Veneto – chiedono, in questa fase post pandemica delicata e critica, di essere riconosciute come soggetto attivo della coprogrammazione e della coprogettazione dei percorsi di reinserimento sociale. Offrono inoltre le proprie competenze ed esperienze per affrontare e analizzare congiuntamente al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria il tema del “lavoro“ come elemento del trattamento, anche alla luce dell’evoluzione della composizione della popolazione detenuta verso il “carcere sociale", che vede aumentare le persone con problemi di polidipendenza e pluri svantaggiate».