Numerose Amministrazioni pubbliche stanno chiedendo alle cooperative di modificare i corrispettivi di aggiudicazione già presentati in sede di gara di appalto. Una richiesta che cerca sponda sul decreto legislativo. n. 66/2014, entrato in vigore il 24 aprile scorso e recante “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale” (la cosiddetta spendig review ter).
Legacoop Veneto respinge con forza questa interpretazione: l’art. 8 del provvedimento chiama sì le Amministrazioni pubbliche a diminuire la spesa per acquisti di beni e servizi, autorizzandole per questo a ridurre del 5% gli importi dei contratti in essere per l’acquisto o la fornitura di beni e servizi, ma al comma 8 specifica come le parti abbiano facoltà di rinegoziare il contenuto dei contratti, in funzione della suddetta riduzione. Di questo dunque si tratta, non di riduzione dei corrispettivi (prezzi) delle offerte presentate in sede di gara dalle aziende.
Per evitare che la riduzione prevista anche per le prestazioni di servizi sociosanitari e assistenziali, destinate in larga parte a persone di fascia “debole”, si traducano in una inevitabile riduzione anche della quantità e della qualità dei servizi, in sede di conversione del decreto in legge Legacoop nazionale ha peraltro presentato una proposta integrativa dell’art. 8, comma 8, lettera a); questo il testo: «Le disposizioni di cui alla presente lettera non si applicano ai servizi di natura sociosanitaria ed assistenziale rivolti alle persone nonché ai servizi che abbiano come obiettivo l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate affidati ai sensi dell’art. 5 della legge 381/91».
«Ancora una volta il contenimento della spesa pubblica, pur condivisibile, rischia di ricadere sui soli operatori economici e, conseguentemente, anche sui lavoratori – lamenta Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto -, in termini di salari e oneri sociali. Una misura di tal genere rischia di determinare una contrazione immediata dei livelli occupazionali, proprio in ragione dell’altissima intensità di lavoro che caratterizza molti dei servizi resi dalle nostre imprese alla P.A. Tutto ciò – conclude – in palese contraddizione con lo spirito del decreto stesso, che definisce questi provvedimenti “misure … per la giustizia sociale”».
Invitiamo dunque tutte le nostre Associate a opporsi ad ogni eventuale richiesta della Pubblica amministrazione di ridurre gli importi (prezzi) contrattuali già definiti, magari a fronte di una richiesta di mantenimento dei medesimi livelli di servizio, e a rivolgersi, in simili casi, alla nostra struttura regionale per affrontare assieme situazioni di difficoltà che si dovessero presentare.