«Legacoop Veneto condivide l'obiettivo di una riforma unitaria del terzo settore, finalizzata non solo a una manutenzione normativa, ma strategicamente orientata a costruire un welfare partecipativo in grado di generare coesione e responsabilità sociale», è quanto ha affermato Loris Cervato, responsabile del Settore sociale di Legacoop Veneto, intervenendo al convegno di lunedì 2 marzo sulla riforma del terzo settore dal titolo “#3settoreriforma #lavoltabuona”, promosso dall’Auser di Porto Viro (Rovigo).
A confrontarsi sulla legge delega per la riforma – che mira a semplificare, riordinare e innovare la legislazione in materia -, il presidente del Forum Terzo settore Veneto Paolo Alfier, l’onorevole Diego Crivellari, deputato del Pd, e l’onorevole Edoardo Patriarca, deputato del Pd e membro della XII Commissione Affari sociali. Assieme a loro, oltre a Cervato di Legacoop, il sindaco della città Thomas Giacon, il presidente del Csv di Rovigo Lamberto Cavallari, Cinzia Ferro, presidente di Auser, il presidente di Federsolidarietà Veneto Roberto Baldo e don Marino Callegari, direttore della Caritas diocesana.
Per il disegno di legge, di cui sono stati discussi i primi tre articoli in Commissione Affari sociali, si prevendono purtroppo tempi lunghi: dopo il passaggio in Commissione, il testo dovrà passare al vaglio della Camera, successivamente del Senato e, infine, del Governo, il quale dovrà adottare i decreti che poi diventeranno attuativi.
Nella consultazione pubblica aperta sulla Riforma, sono state le cooperative, le cooperative sociali e le imprese sociali (29,5%) ad avere avuto un ruolo più attivo tra le organizzazioni del Terzo settore a cui la legge è dedicata. Tra queste le cooperative sociali rappresentano il modello di impresa sociale oggi più diffuso in Italia, capace negli ultimi anni di aumentare gli occupati giungendo a quota 360mila (75% è donna e l'85% è assunto a tempo indeterminato), tra cui 35mila svantaggiati, e di prendere in carico il7 milioni di persone.
E rispetto all’impatto che su di esse nello specifico potrà avere la riforma, così Loris Cervato: «La riforma del terzo settore è importante ma non sufficiente se a essa non si accompagna un respiro strategico rispetto alle politiche dei beni comuni e del welfare, ma anche rispetto a nuove modalità relazionali con le pubbliche amministrazioni e le istituzioni. Nel caso specifico delle coop sociali, ad esempio, crediamo che il metodo dell'appalto sia il meno opportuno per l'affidamento di servizi alla persona, basato spesso sul massimo ribasso dell'offerta, a scapito della qualità e di una coprogettazione basata sulla reciproca responsabilità».