Prosegue l’impegno delle associazioni di categoria veneziane per trovare le soluzioni possibili alla drammatica situazione di oltre 160 imprese di Venezia e Chioggia dovuta all’annosa questione degli sgravi contributivi. Le imprese sono già state raggiunte dagli avvisi di pagamento di Equitalia, per conto dell’INPS, riferiti alle somme corrispondenti alle quote capitale degli sgravi concessi loro dal 1995 al 1997, in virtù di una normativa proprio dello Stato Italiano che le imprese hanno semplicemente applicato. Somme in conto capitale che le imprese veneziane hanno iniziato a pagare.
Giovedì 22 ottobre una delegazione composta da Ance Venezia, Associazione Veneziana Albergatori, Confindustria Venezia e Legacoop Veneto si è recata a Roma per incontrare, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il consigliere Nicola Verola, capo della Segreteria tecnica del sottosegretario di Stato per gli Affari europei Sandro Gozi che, con i suoi uffici sta seguendo la problematica degli sgravi contributivi.
Ad accompagnare la delegazione, anche gli avvocati Alessio Vianello e Antonio Iannotta del Comune di Venezia, particolarmente interessato alla questione che riguarda il Casinò.
L’incontro ha fatto seguito alla riunione tenutasi alla presenza dello stesso Sottosegretario, il 27 maggio scorso, e a una successiva lettera, del 15 settembre, con la quale le associazioni hanno puntualizzato le loro richieste: il calcolo degli interessi con modalità previste al momento del ricevimento delle cartelle – e non con quelle successivamente e arbitrariamente previste dalla Legge di Stabilità del Governo Monti del dicembre 2012 – e la rateazione delle somme da pagare. In questo modo le somme in interessi da versare sarebbero complessivamente circa la metà dell’importo che attualmente Equitalia richiede, e che corrisponde a circa 55 milioni di euro.
L’ammontare degli sgravi contributivi è pari a 29 milioni di euro che, sommati ai 55 milioni di interessi e ai 4 di aggio di Equitalia, portano il conto complessivo, per 162 imprese, a oltre 88 milioni di euro. Il solo Casinò di Venezia è chiamato a versare, oltre ai 5,4 milioni in conto capitale già pagati, anche circa 10 milioni di interessi.
«Senza una soluzione su questi due punti – sottolineano le quattro associazioni all’unisono – molte delle 162 imprese di Venezia e Chioggia, operanti in tutti i settori dell’economia (industria, costruzioni, servizi, alberghiero, vetro, pesca, ecc.), non saranno in grado di reggere finanziariamente e patrimonialmente, con ricadute pesantissime sul fronte della continuità aziendale e, conseguentemente, su quello dell’occupazione.
Le imprese stanno facendo tutti gli sforzi possibili per pagare le somme richieste; è però necessario che il Governo intervenga direttamente e coraggiosamente per porre, almeno in parte, rimedio a una situazione che i Governi precedenti hanno determinato, dal 1995 in poi, con errori, inefficienze e comportamenti disinvolti che oggi le imprese e i lavoratori rischiano di pagare. Occorre anche intervenire sull’aggio di Equitalia pari all’8% delle somme da riscuotere e che ammonta a 3,9 milioni di euro!»
Nelle prossime settimane sono previsti ulteriori incontri finalizzati proprio a concretizzare le possibili soluzioni, anche sul fronte normativo, esplicitate ieri a Roma. L’impegno delle associazioni di categoria veneziane resta alto per mettere fine quanto prima a una questione che si protrae ormai da troppo tempo e per limitare al massimo i danni creati da altri. Ance Venezia, AVA, Confindustria Venezia e Legacoop Veneto esprimono le serie preoccupazioni per gli effetti che la vicenda ha creato sul territorio di Venezia e Chioggia: «per questo motivo, invitiamo tutte le istituzioni del territorio e i parlamentari veneziani a farsi carico delle proposte che le associazioni hanno portato all’attenzione del Governo e del Parlamento».