Loris Cervato, responsabile del Settore Sociale di Legacoop Veneto, è stato ascoltato il 12 settembre scorso in V Commissione consiliare regionale (“Politiche sociosanitarie”) in merito alla proposta di legge 357 del nuovo Piano Sociosanitario. In questi giorni infatti si stanno concludendo le audizioni, avviate a luglio, che fanno parte dell’iter che porterà poi il Consiglio all’approvazione del nuovo Piano, strumento di programmazione della sanità veneta valido per i prossimi cinque anni.
L’ascolto del territorio e delle parti sociali è molto importante e potrà apportare, in sede di confronto ed esame da parte dei commissari, eventuali emendamenti migliorativi e integrativi al nuovo Piano.
Legacoop Veneto, tramite l’intervento di Cervato, ha evidenziando l’apprezzamento per la continuità e la linearità con il precedente Piano, necessarie per dare coerenza a un processo intrapreso già da qualche anno.
Gradito, infatti, il riassetto e la prosecuzione del modello di medicina di gruppo integrata che mira a ritardare il più possibile l’accesso alle strutture sanitarie, svolgendo così un ruolo fondamentale sul territorio poiché aumenta la qualità della vita delle persone e al tempo stesso riduce la spesa sanitaria. Tale modello, inoltre, permetterà una collaborazione tra pubblico e privato sociale promuovendo la crescita professionale delle cooperative.
Rispetto poi al tema della salute mentale, Legacoop Veneto condivide i principi generali contenuti nella proposta ma ha chiesto di implementare la metodologia del progetto individualizzato per favorire il percorso riabilitativo delle persone. Cervato ha anche suggerito la modifica della destinazione delle risorse per la salute mentale da parte delle Aziende Ulss assegnando “almeno” il 5% del budget e non “fino al”.
In merito invece alla disabilità, è stata accolta con particolare apprezzamento la necessità di rimodulare il sistema delle unità di offerta stabilito dalla l.r. 22/2002 (“Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie, sociosanitarie e sociali”) con l’obiettivo di ricercare forme di risposta innovative e flessibili ai bisogni delle persone disabili.
Legacoop ha infine proposto la promozione di nuove forme di welfare di comunità inclusive, responsabilizzanti, flessibili e innovative. «Tali forme devono prevedere un “coinvolgimento diffuso” della comunità e possono realizzarsi solo attraverso adeguamenti normativi che permettano di ripensare il sistema di offerta derogando le limitazioni previste dal regolamento sull’accreditamento» commenta Loris Cervato.