Le imprese di pesca saranno rimborsate per i costi sostenuti dal 1° agosto e certificati per lo smaltimento (compreso il trasporto) dei granchi blu pescati e per l’acquisto di attrezzi di cattura. Dai rimborsi però sarebbero esclusi gli attrezzi “attivi” come l’ostreghero, in quanto trainato e quindi vietato dalla normativa europea entro le 3 miglia dalla costa o su batimetriche inferiori ai 50 metri. Queste le linee del provvedimento annunciato in una riunione tenuta nei giorni scorsi presso il Masaf dal sottosegretario Patrizio La Pietra con le associazioni di categoria, le amministrazioni regionali, gli istituti scientifici e i rappresentanti della Protezione civile per l’utilizzo dei 2,9 milioni di euro stanziati dal Governo a contrasto dell’emergenza “granchio blu”. La diffusione della specie aliena sta mettendo in ginocchio importanti realtà produttive del mar Adriatico e in generale minacciando la biodiversità dei nostri mari.
Intervenendo alla riunione, alla quale ha partecipato anche il ministro Francesco Lollobrigida, Alleanza Cooperative Pesca ha espresso una valutazione positiva sullo schema di provvedimento, evidenziando però fin da subito che lo stanziamento rischia di essere largamente insufficiente. Una posizione totalmente condivisa anche dal settore Agroalimentare e Pesca di Legacoop Veneto. L’Alleanza ha ribadito infatti l’esigenza di procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza, necessario per intervenire in favore delle imprese su mutui, imposte e canoni, ma anche per intensificare gli sforzi per la cattura con attrezzi attivi. Gli attrezzi passivi come le nasse o le reti da posta non risultano sufficienti a contenere la popolazione di granchio blu nelle aree lagunari e di foce. Solo con un approccio straordinario sarà dunque possibile derogare alle norme vigenti con la necessaria autorizzazione di Bruxelles, dove il dossier deve essere portato con la massima urgenza.
Nel suo intervento conclusivo, il ministro Lollobrigida ha ribadito l’impegno del Governo ad affrontare con la massima urgenza e concretezza il problema intervenendo sia sul piano emergenziale sia strutturale, favorendo la creazione di una specifica filiera e rimandando alla valutazione dei danni l’esame di successivi interventi con la legge di stabilità. L’Alleanza valuta positivamente la creazione di una filiera ma sottolinea l’urgenza della questione: «Occorre tempo e non ne abbiamo. Stiamo esaurendo le scorte di vongole e cozze: da novembre la produzione si fermerà, non c’è più seme per le produzioni dei prossimi tre anni».