La Direzione nazionale di Legacoop ha approvato il Regolamento quadro per l’utilizzo del prestito sociale da parte delle cooperative aderenti. Un documento che – partendo dalle nuove disposizioni di Banca d’Italia – descrive un codice di autoregolamentazione nell’utilizzo di «un istituto strategico – come ha spiegato il presidente di Legacoop nazionale Mauro Lusetti – per la cooperazione e i suoi valori che oggi vogliamo utilizzare al meglio, offrendo maggiori garanzie e la massima trasparenza ai prestatori».
«Il valore del Regolamento che abbiamo approvato in Direzione – ha commentato il presidente nazionale – è innanzitutto nella massima cura che vogliamo riservare all’utilizzo di uno strumento che, come ha recentemente ribadito Banca d’Italia, non è raccolta di risparmio al pubblico. Vogliamo farlo perché salvaguardia dei soci prestatori, consapevolezza delle basi sociali e formazione per soci ed amministratori sono la prima forma di garanzia e prevenzione». «In secondo luogo – ha proseguito Lusetti – la capacità di far sintesi delle diverse situazioni e sensibilità presenti nella nostra associazione è l’altro valore che attribuisco all’impianto di questo provvedimento. Questo è anche il nostro contributo per creare una piattaforma condivisa all’interno dell’Alleanza e, su questa base, andare al confronto con le istituzioni. Noi possiamo, infatti, arrivare fino ad un certo punto, poi è fondamentale il supporto legislativo».
Nel corso della Direzione il direttore di Legacoop nazionale Giancarlo Ferrari ha illustrato brevemente i principali contenuti del nuovo Regolamento. L’articolo 3 introduce, innanzitutto, obblighi informativi più stringenti per i soci prestatori, con comunicazioni periodiche – oltre a quella nella relazione annuale – e straordinarie quando si riscontra uno scostamento nel rapporto tra patrimonio netto e raccolta da prestito superiore a 0,2 punti. Fino a quando il rapporto è di 1 a 3 non sono necessarie garanzie, ma se questo rapporto cambia è necessario spiegare perché e quali misure saranno messe in atto per recuperare lo sforamento o con quali garanzie accompagnare la modifica del rapporto e l’informazione ai soci prestatori.
L’articolo successivo definisce gli indici di attenzione, tre alert davanti alle quali l’organo di controllo interno all’impresa deve chiedere misure per il rientro, ovvero quando non è garantito una riserva che consenta di liquidare immediatamente fino al 30% del prestito; quando il patrimonio netto subisce una flessione in un esercizio pari o superiore al 12% o nel triennio superiore al 20%; quando contemporaneamente si registra un decremento del patrimonio, un aumento del prestito e una gestione operativa negativa per tre esercizi consecutivi.
Legacoop integrerà il Regolamento attivando una convenzione con società nazionali di certificazione che saranno a disposizione per svolgere una attività di conciliazione nel caso insorga una dialettica conflittuale tra organi di gestione e controllo a fronte del manifestarsi di situazioni di alert. E nelle cooperative in cui non c’è un organo di controllo in grado di generare l’alert? Il Regolamento propone vengano individuati uno o più consiglieri con delega al controllo del prestito sociale. Il provvedimento determina anche l’obbligo di formazione per i consiglieri di amministrazione e in misura diversa per i soci per un utilizzo responsabile dello strumento.
Il Regolamento è il primo passo per un percorso che prevede una riflessione, già avviata, su controlli e garanzie. Tra i punti fermi attorno a cui ruota il lavoro del Gruppo tecnico, il fatto che i controlli restino competenza del Mise, magari con un’integrazione alla vigilanza per chi fa prestito sociale, e l’introduzione di forme di garanzia che si auspica non prevedano un’unica ed esclusiva modalità, ma possibilità di scelta per la cooperativa e certezze di garanzie reali per i soci prestatori.
Per le cooperative che non rispetteranno le nuove regole la sanzione massima sarà l’espulsione da Legacoop. Ma tutto ciò costituisce solo la base di partenza, per una riflessione interna all’Alleanza e un conseguente confronto con le istituzioni, finalizzato anche a sviluppare quelle iniziative legislative utili a sostenere il processo di autoriforma avviato con l’iniziativa di Legacoop.
Fonte: Legacoop nazionale