Oggi in “Corriere Imprese”, supplemento mensile di Corriere del Veneto, la voce di Legacoop Veneto sul nuovo Codice della crisi d’impresa, in vigore dal 15 luglio. Nello specifico il nostro presidente, Adriano Rizzi, spiega nell’articolo dedicato l’importanza dei nuovi strumenti previsti dalla riforma nel velocizzare i tempi di emersione e le procedure di gestione delle crisi, lasciando così più facile spazio a possibili scenari di workers buyout (wbo).
«Nei processi di wbo – sottolinea infatti Rizzi – la lentezza è sempre stata un enorme ostacolo e in più casi è stata addirittura decisiva per far naufragare progetti che avevano invece tutti i requisiti per partire. Guardiamo dunque con particolare interesse alla composizione negoziata della crisi d’impresa, perché garantisce maggiore celerità, mette attorno a un tavolo tutti i soggetti, compresi i lavoratori, e permette di attivare competenze di trattativa e negoziazione che possono e devono far pesare i vari interessi in campo».
Ad oggi sono otto le esperienze cooperative di wbo nate con il supporto di Legacoop Veneto e il suo accompagnamento, passo passo, in tutta la fase di start up. Imprese costituite in questo ultimo decennio da dipendenti o ex dipendenti di aziende venete fallite o in fallimento, cedute sotto i colpi duri inferti dalla crisi economico-finanziaria scoppiata nel 2008.
Complessivamente sono 160 ex lavoratori e lavoratrici diventati, da dipendenti, imprenditori di se stessi con la costituzione in cooperative. Oggi le persone occupate sono 215, a fronte dei 470 ex lavoratori che allora avevano perso o erano a forte rischio di perdere il proprio posto di lavoro. Che significa non solamente quasi la metà dei posti di lavoro salvati o recuperati, ma molto di più. Perché si traduce anche in un patrimonio di competenze e know how salvaguardato, quote di mercato mantenute, occupazione preservata per un territorio e una comunità di riferimento. Una produzione che genera complessivamente un fatturato di oltre 30 milioni di euro.
«Questo – aggiunge il nostro presidente – si traduce anche in un patrimonio di competenze e knowhow che è stato salvaguardato, pezzi di economia e di imprenditorialità veneta messi in salvo e un fatturato generato dalle nuove realtà per oltre 30 milioni di euro».
Il modello veneto di wbo codificato da Legacoop è caratterizzato dalla definizione del suo complesso processo (articolato in passaggi burocratici e procedurali), dalla costruzione di una rete di stakeholders (sistema cooperativo, sindacati, istituzioni, attori bancari-assicurativi e finanziari) e dalla sperimentazione pratica dell’efficacia dello strumento.
«Come Legacoop Veneto mettiamo a disposizione le competenze sviluppate nel tempo sul versante dei wbo – conclude Adriano Rizzi – perché crediamo possano essere utili a tali contesti e nella presente congiuntura, perché possono sostenere la partenza di nuove imprese in forma di wbo, garantendo continuità occupazionale, sviluppo d'impresa, permanenza di competenze e, perché no, anche soddisfazione per i creditori».
In allegato l’articolo completo.