Può la LIS, Lingua dei segni italiana, diventare un efficace mezzo di inclusione anche per un’utenza diversa da quella non udente? Una risposta affermativa arriva dalla cooperativa bellunese Blhyster, associata Legacoop Veneto, che con il progetto “PossibiLis” ha sperimentato un innovativo utilizzo della lingua in un gruppo di giovani in età dello sviluppo accomunati da difficoltà comunicative.
Iniziato formalmente con l’inserimento nei Piani di Zona nel 2020 e operativamente avviato quest’anno, il progetto ha visto la partecipazione diretta di una decina di ragazzi con disturbi dello spettro autistico, sindrome di down e ritardi cognitivi. Le attività si sono svolte sia in contesti familiari che in ambienti scolastici (dall’asilo nido alle scuole superiori) coinvolgendo nell’utilizzo della LIS, anche i familiari, gli insegnanti e i compagni di classe.
Il gruppo di lavoro del progetto è formato da un’equipe multidisciplinare che vanta al suo interno diverse figure professionali: educatore, psicologo, psicomotricista, logopedista e neuro psicomotricista. Una squadra affiatata che si è messa alla prova fin da subito affrontando il percorso formativo necessario ad apprendere la LIS, una vera e propria lingua con specifiche regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali.
L’obiettivo di Blhyster è ora quello di proseguire nella sperimentazione per arrivare a offrire un servizio strutturato e continuativo, che a breve potrà contare su nuovi spazi dedicati grazie al trasferimento della cooperativa in una nuova e più ampia sede.
Del progetto “PossibiLis” parla anche Michele Pellegrini, del Settore sociale di Legacoop Veneto, nell’ultimo numero di Nelpaese.it, il magazine di Legacoopsociali scaricabile a questo link: https://www.nelpaese.it/magazine/n-4-il-futuro-adesso/.