Per contrastare l’emergenza granchio blu il Ministero dell’agricoltura accoglie la proposta di Alleanza Cooperative Pesca e Acquacoltura che prevede il rilascio di un’autorizzazione straordinaria valida tre mesi all’uso di “nasse/cestelli e reti da posta fissa” entro 0,3 miglia dalla costa e, ove presenti, in prossimità della foce dei fiumi.
È infatti arrivato l’atteso via libera da Roma all’impiego di attrezzi da pesca al fine di intensificare al massimo la raccolta di granchio blu, il killer che sta mettendo in ginocchio l’economia di intere comunità di pescatori in tutta l’area Nord Adriatica.
«Esprimiamo ancora una volta apprezzamento per la prontezza degli uffici ministeriali che pure in pieno agosto seguono con attenzione e puntualità di interventi questa piaga terribile» dichiara Paolo Tiozzo, co-presidente di Alleanza delle Cooperative Italiane Pesca e Acquacoltura.
L’autorizzazione sarà dunque rilasciata a tutte le imprese di pesca e/o acquacoltura che ne faranno richiesta. Oltre a contribuire a tenere sotto controllo la proliferazione del granchio blu, la misura servirà a raccogliere informazioni utili per mettere a punto ulteriori piani di contenimento del predatore. Come specificato nel provvedimento ministeriale, i due attrezzi da pesca devono essere utilizzati esclusivamente per la cattura del granchio blu. Specie ittiche diverse da quest’ultima, quando catturate, dovranno essere rigettate in mare e non potranno in alcun caso essere sbarcate.
L’autorizzazione presenta carattere di eccezionalità, è limitata a un periodo temporale di tre mesi e non costituisce titolo per il riconoscimento degli attrezzi sulla licenza, laddove non espressamente indicati.
Proseguono anche i lavori con la Commissione europea per approntare un piano di intervento in grado di rispondere all’emergenza con efficacia e tempestività, salvaguardando le oltre 4000 persone impiegate nel settore duramente minacciato dalla diffusione di questa specie aliena.