Promuovere lo sviluppo dei workers buyout (wbo) in Veneto come strumento efficace di politica industriale e, al contempo, di politica attiva per il lavoro. È l’impegno congiunto assunto da Legacoop Veneto, Cgil, Cisl e Uil Veneto, attraverso un protocollo d’intesa siglato stamattina presso la sede di Veneto Lavoro a Mestre-Venezia, con l’obiettivo di promuoverne l’utilizzo e di estenderlo, oltre che in situazioni di crisi aziendale, anche in quelle di difficile o mancato passaggio generazionale.
A fare da apripista Legacoop Veneto, che negli ultimi 15 anni ha accompagnato dieci esperienze di wbo nell’intero percorso: più di 160 lavoratori e lavoratrici dipendenti o ex dipendenti si sono costituiti in cooperative e oggi le persone occupate sono quasi 250; il loro lavoro produce un fatturato di oltre 35 milioni di euro. Fondamentale in alcuni casi anche la funzione dei sindacati.
Forti in Veneto di un modello eccellente, i workers buyout (wbo) finora realizzati hanno consentito il recupero e la rigenerazione di aziende fallite o in gravi difficoltà, stimolando la partecipazione dei lavoratori e contribuendo a salvaguardare pezzi significativi di economia e di imprenditorialità veneta, know-how e occupazione in un settore produttivo strategico come quello manifatturiero.
Nel concreto, il protocollo sottoscritto dalle quattro organizzazioni prevede l’istituzione di un Osservatorio, composto da rappresentanti competenti di tutte le organizzazioni, e la gestione congiunta dei percorsi di possibili wbo.
L’Osservatorio si occuperà di condividere i casi ora in fase di analisi, monitorare le crisi in corso e segnalare situazioni compatibili alla creazione di wbo, ma anche di diffondere la conoscenza dello strumento e promuovere percorsi formativi per gli operatori delle organizzazioni sindacali; ancora, di definire una sorta di “check list” di precondizioni minime per la costruzione di un percorso di wbo e, infine, di mettere in atto una costante attività di tutoraggio rispetto ai percorsi avviati.
Per quanto riguarda invece la gestione dei percorsi di possibili wbo, Legacoop Veneto effettuerà una prima analisi di fattibilità e, in caso positivo, supporterà i lavoratori nella costituzione della cooperativa e nell’accesso alle risorse finanziarie necessarie, mentre i sindacati sosterranno i lavoratori nell’ottenere le agevolazioni previste dalla cosiddetta “legge Marcora” e dai decreti che disciplinano l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in via anticipata per l’avvio di un’attività d’impresa.
«Mettiamo a disposizione e a patrimonio tutta la nostra esperienza e le specifiche competenze fino ad oggi sviluppate in materia di wbo – evidenzia Devis Rizzo, presidente di Legacoop Veneto –, perché abbiamo toccato con mano i risultati concreti dei percorsi avviati, in termini di tenuta e di effettiva sostenibilità dei progetti. Siamo convinti che quella cooperativa sia la forma più consona ed efficace anche per rimettere al centro l’impresa come bene comune di una comunità e di un territorio, e per valorizzare in misura significativa e straordinaria il ruolo dei lavoratori».
Mette in rilievo il ruolo chiave del wbo per preservare know-how e occupazione Tiziana Basso, segretaria generale di Cgil Veneto: «Questo strumento in alcuni casi può essere la scelta più utile ed efficace per evitare la chiusura totale di aziende entrate in crisi ma con la produzione ancora vitale per il territorio, permettendo loro di restare sul mercato e al tempo stesso valorizzando l’esperienza e la professionalità di chi ci lavora. Grazie a questo protocollo, la Cgil sarà a fianco dei lavoratori durante tutte le fasi di questo percorso».
Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto, da parte sua sottolinea:«Da sempre crediamo in un ruolo di partecipazione attiva dei lavoratori e delle lavoratrici nelle imprese, tanto che abbiamo proposto una legge dedicata su iniziativa popolare. Il wbo rappresenta davvero un modello significativo di partecipazione che in Veneto sta dimostrando ampiamente di funzionare. È il tempo di fare alleanze anche su questo versante tra sindacati, organizzazioni di categoria e, mi auguro presto, istituzioni».
«Si tratta di uno strumento utile che potrebbe avere i migliori risultati nei casi di ricambio generazionale – dichiara Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto –. Da una nostra analisi emerge infatti che l’età media degli imprenditori della regione è più vicina ai 60 che ai 50 anni. In diversi casi le grandi trasformazioni e transizioni che interessano il mondo produttivo insieme agli investimenti necessari scoraggiano un po’ a proseguire. Con i wbo si può invece dare la possibilità alle nuove generazioni di subentrare e innovare. Ci avviciniamo a questo percorso con Legacoop, Cgil e Cisl Veneto, auspicando che possano diventare strumento per una buona occupazione».
In allegato il comunicato stampa completo.