Un bilancio sugli importanti traguardi raggiunti dalla cooperativa, una riflessione sulle strategie da mettere in campo per il futuro e le sfide che la cooperazione dovrà affrontare con coraggio, inventando nuove forme e pratiche per puntare ancora di più alla creazione di bene comune e diffuso: è quanto emerso al convegno organizzato dalla cooperativa sociale Cadore lo scorso 9 novembre in occasione dei festeggiamenti per il decennale della sua attività.
A confrontarsi sui temi, Luca Fazzi, professore di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento che ha espresso come ci sia la necessità di garantire l’unione delle comunità per far fronte alle sfide epocali, aggiungendo che: «la Cadore si è sempre mossa in questa direzione, lavorando in un’ottica di territorio. Questo significa che non solo continua a dare sostegno ai soggetti più deboli, ma lo fa pensando allo sviluppo complessivo della realtà e della comunità in cui opera. Basti pensare alla gestione del bar ristoro “La Tappa” a Valle di Cadore». Il filosofo e docente di Antropologia filosofica ed Etica all’Istituto universitario Salesiano di Venezia Lorenzo Biagi è intervenuto sul rapporto etica e profitto e, partendo dal significato del termine “economia”, ha evidenziato come «l’assolutizzazione del profitto fa male alla stessa economia» e come la cooperazione sia lo strumento adatto per far sì che l’economia possa riappropriarsi della sua funzione originaria, che è quella di consentire la prospettiva di un bene comune.
Per il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Maurizio Gardini «la cooperazione è capacità di dare risposte a dei bisogni» e ha proseguito affermando che «la crisi ha aumentato il divario tra chi ha poco e chi possiede molto e ampliato la differenza tra territori. Una realtà come la Cadore che è cooperativa di comunità, svolge un ruolo fondamentale e contribuisce allo sviluppo del Paese».
Pasquale Costigliola, presidente della cooperativa, ha ripercorso quanto realizzato in questi anni, dal 2008 ad oggi, soprattutto in termini di promozione umana e integrazione sociale dei cittadini: «la cooperazione è strumento fondamentale per creare ripresa», ha affermato, «coniugando l’aspetto economico con quello umano: è sempre la persona al centro dell’agire».
Presenti all’appuntamento anche Claudio Agnoli, presidente onorario della Cadore Scs che ha sostenuto: «se la Cadore come impresa sociale non riempie il vuoto delle cose da fare nel suo luogo che è la nostra montagna, tale vuoto sarà riempito da altri e con altre logiche egoistiche, utilitaristiche e burocratiche. E questo significherebbe perdere la nostra sfida»; Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità di Cadore e Giuseppe Casagrande, sindaco di Pieve di Cadore, ha invece ha sottolineato l’importanza dell’operato della Cadore in merito all’inclusione e alla creazione di reddito per i soggetti più fragili, punti di partenza per iniziative future per il bene della comunità.