Bilancio positivo per il primo anno di attività della cooperativa Kuni, nata da workers buyout nel maggio dello scorso anno per volontà di alcuni lavoratori ex dipendenti della fallita Mo.Ru.Pa. Specializzata nella lavorazione del legno per l’arredamento di navi da crociera, negozi, esercizi pubblici, allestimenti fieristici…, Kuni ha festeggiato sabato 9 maggio nella sua sede produttiva di Castagnaro (Verona) questo primo importante traguardo. La cooperativa conserva la sua sede legale a Giacciano con Baruchella, nel Rodigino. Generato dall’attività partita solo lo scorso settembre, per Kuni l’anno 2014 si è chiuso con 343.105 euro di fatturato. Buoni i segnali anche per l’anno in corso, guardando a questi primi mesi: ammonta oggi a oltre 415mila euro il portafoglio ordini della cooperativa, con una previsione di fatturato 2015 che si aggira intorno a un milione di euro. Gli investimenti complessivi previsti per il 2015 ammontano a 300mila euro, di cui oltre 200mila già destinati a macchinari e attrezzature.
Sorta dal fallimento dell’azienda Mo.Ru.Pa. srl, (che resta però un marchio di riconoscimento nel bolognese con uno showroom di mobili per privati), Kuni è stata costituita per volontà di nove lavoratori con l’obiettivo di salvaguardare i cinquant’anni di esperienza e know how maturati dall’azienda e i posti di lavoro. Un percorso di “workers buyout”, in cui i lavoratori diventando imprenditori di sé stessi. «Le operazioni di wbo nel settore industriale sono complesse, ma oramai abbiamo maturato un’esperienza significativa e sistematizzato a livello procedurale l’intero iter burocratico che caratterizza la fase di start up delle coop, mettendo in rete i diversi soggetti» spiega Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto. L’organizzazione ha accompagnato Kuni lungo tutto il percorso, come ha fatto per altre tre realtà nate negli ultimi anni nella nostra regione da iniziative di workers buyout: operazioni che hanno destato interesse e attenzione e per le quali, presso la propria sede a Marghera-Venezia, Legacoop ha anche attivato uno sportello di informazione e consulenza ad hoc.
I soci lavoratori di Kuni sono già diventati dodici, tutti provenienti dall’ex Mo.Ru.Pa; a questi si aggiungono quattro dipendenti. «La scelta intrapresa un anno fa ha comportato per i soci sacrifici importanti, come il versamento dell’anticipo dell’indennità di mobilità come quota di capitale sociale, ritardi nella retribuzione e un’elevata flessibilità e disponibilità lavorativa» racconta il presidente Paiatto. «Scelta che si è dimostrata vincente, anche se non sono certo mancate le problematicità: a partire dalla difficoltà di accesso al credito in quanto impresa start up e dai ritardi di pagamento iniziali».
Fondamentale sul fronte finanziario è stato il sostegno degli strumenti di promozione della cooperazione: Kuni, infatti, ha potuto contare su un finanziamento di 50mila euro erogato da Cooperazione Finanza Impresa (CFI) e di 100mila euro da parte di Coopfond. Il capitale sottoscritto e in parte versato dai soci lavoratori della Kuni ammonta invece a 113.500 euro. E ancora, nel 2015 il capitale sociale sarà incrementato per altri 150mila euro dalla partecipazione della finanziaria regionale Veneto Sviluppo. Infine, sempre CFI ha deliberato per il 2015 la somma di ulteriori 100mila euro, che finanzieranno l’acquisto di due macchinari. Sul fronte bancario, Banca popolare Etica è stata l’unica ad aver creduto e sostenuto il progetto della nuova cooperativa.