La nostra associata CoopCulture lo scorso 8 febbraio ha avuto il grande onore di presentare il proprio Bilancio di sostenibilità 2015 negli spazi del Parlamento Europeo. L’occasione è stata il seminario intitolato “Il modello cooperativo per lo sviluppo sostenibile del patrimonio culturale europeo”, che ha visto la cooperativa invitata come buona pratica.
«È stata un’importante opportunità per dialogare con le istituzioni europee e con realtà associative di respiro internazionale, sia in merito ai nuovi modelli di gestione partecipativa del patrimonio culturale in Italia, sia riguardo l’approccio “sistemico” che mette in relazione i luoghi della cultura tra loro ma anche con i territori, seguendo logiche di governance evolute» commenta Giovanna Barni, presidente di CoopCulture.
Al centro dell’appuntamento il concetto del patrimonio culturale inteso come risorsa strategica per un’Europa sostenibile, risorsa cioè che può contribuire fattivamente alla crescita economica e alla coesione sociale. Evidenziata come prioritaria la necessità di cooperazione tra istituzioni, operatori, imprenditori, per mettere in relazione il “fare impresa” e le capacità di redistribuzione e restituzione al territorio in termini di reddito generato.
Intervenute a Bruxelles Giovanna Barni, presidente di CoopCulture, l’onorevole Silvia Costa, coordinatrice del gruppo S&D nella Commissione Cultura al Parlamento Europeo; Erminia Sciacchitano, policy officer presso la Commissione Europea DG Istruzione e Cultura; Cristina da Milano, membro del board di Culture action Europe (Cae); Lisa Mashimi, policy officer di Cooperatives Europe. Ha moderato l’incontro l’onorevole Isabella Adinolfi, coordinatrice del gruppo EFDD nella Commissione Cultura e organizzatrice dell’evento.
Due le importanti novità contenute nel bilancio sociale 2015 di CoopCulture: la scelta di raccontare la storia della cooperativa e delle sue trasformazioni a partire dagli anni ‘90 (dalla fornitura di servizi a soggetto interlocutore e promotore di partenariato tra pubblico e privato e di relazioni stabili con i territori avendo per obiettivo la sostenibilità socioculturale), e quella di articolare il bilancio sociale attorno alla parola “sostenibilità”, culturale, economica, sociale e organizzativa