È un sogno che si è avverato per la nostra coop sociale “Vita Down”: l’inaugurazione della struttura “Casa Vittoria”, che ha aperto al pubblico ufficialmente sabato 7 ottobre a San Polo di Piave (Treviso), in via Casoni. Intervenuti alla cerimonia i presidenti della cooperativa Romolo Romano e di Legacoop Veneto Adriano Rizzi, il sindaco di San Polo di Piave Diego Cenedese, infine il presidente della Regione del Veneto.
Dopo il tradizionale taglio del nastro e la benedizione del vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, un brindisi conviviale con i presenti. Infine, fino a tarda sera, festa aperta al pubblico con stand gastronomici e intrattenimento.
Il progetto “Casa Vittoria” nasce nel 2010 ideato e promosso da Vita Down, cooperativa sociale di tipo B costituita da un gruppo di genitori e di persone con la sindrome di Down, con l’obiettivo di dar vita a un centro di inserimento lavorativo nel settore agricolo e ristorativo per giovani con sindrome di Down. Grazie alla donazione della casa colonica (ora ristrutturata e ampliata) e del terreno circostante da parte della fondazione Americo e Vittoria Giol e al finanziamento del fondo di rotazione regionale, è stato possibile portare a realizzazione il progetto.
«Casa Vittoria è un edificio rurale, ora accessibile a tutti, senza barriere e dal design moderno, immerso nella tranquillità nel cuore della Marca Trevigiana, tra campi e vigneti, aperto al mondo e pronto ad accogliere turisti, gruppi o singoli e anche camperisti in cerca di ristoro a contatto con la natura. Il valore aggiunto del progetto è la possibilità di lavorare e di mettersi alla prova che offriamo ai giovani con sindrome di Down, perché nonostante le difficoltà ognuno sa fare qualcosa e possiede dei talenti, che vanno scoperti e valorizzati, fatti crescere» ha spiegato il presidente della coop sociale Vita Down Romolo Romano.
«Il progetto è un esempio significativo della capacità di innovazione sociale della cooperazione e della sua presenza radicata e importante nei territori e all’interno delle comunità locali, ai cui bisogni sappiamo dare risposte alte e complesse, in grado di coniugare insieme, come in questo caso, creatività e progetto imprenditoriale» ha commentato Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto.
La struttura ricettiva si compone di sei camere da letto, un ristorante, una sala convegni, un orto e tre serre in cui i giovani con disabilità intellettiva possono essere impegnati in attività occupazionali, a loro più idonee, come il lavoro di cucina e quello agricolo nei campi, il servizio in sala e le pulizie, naturalmente affiancati da tutor.
I prodotti dell’orto e della serra – coltivati già dal 2012 dalla cooperativa e da alcuni genitori all’insegna della stagionalità e dei sapori del territorio – sono le materie prime della cucina del ristorante. Il risultato è una proposta enogastronomica che si caratterizza per i piatti tipici della tradizione fatti con ingredienti freschi e genuini, frutto del lavoro agricolo dei giovani e acquistabili anche nel punto vendita della cooperativa.