È ancora comune lo stereotipo secondo cui un bambino o un ragazzo affetto dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività (abbreviato in “Adhd”, Attention deficit hyperactivity disorder) sia semplicemente “irrequieto, agitato, dirompente e forse maleducato”. Il quadro del disturbo è invece caratterizzato da un’elevatissima complessità, ignorata da parte dei più e sottovalutata dalle istituzioni, che ancora non la riconoscono all’interno di una normativa organica. Sono criticità e lacune che ritardano la diagnosi, e dunque un intervento mirato e competente di supporto in età scolastica e di accompagnamento poi nelle sfide della vita, prima fra tutte l’ingresso nel mondo del lavoro.
È quanto emerso dal convegno “ADHD: sanità, scuola, famiglia… che fare?”, promosso e organizzato in occasione del mese europeo della consapevolezza sull’Adhd dalla cooperativa sociale Squero Onlus in collaborazione con Legacoop Veneto, che lo scorso sabato a Mestre, al teatro della parrocchia di Santa Maria Immacolata di Lourdes, ha spiegato le caratteristiche del disturbo, cercando di fugare dubbi e paure condivisi da molti genitori e familiari di bambini e ragazzi che ne presentano i sintomi, ma anche di demolire stereotipi e pregiudizi.
«C’è una tendenza alla semplificazione del disturbo, causa di un retaggio profondamente radicato – ha evidenziato Gabriella Trevisan, presidente della nostra associata Squero –. Il lavoro culturale necessario a sradicarlo è ancora lungo, ma ci sembrava importante iniziare a lasciare una piccola impronta, proseguendo con il nostro impegno di sensibilizzazione sui temi. L’obiettivo ultimo rimane quello di affiancare le famiglie e accompagnare i ragazzi nell’affrontare con serenità i disagi e le complessità della vita».
Proprio con questi obiettivi il convegno è stata l’occasione per consegnare non solo nozioni teoriche ma anche strumenti pratici alle famiglie e agli operatori del mondo della scuola e della sanità, impegnati a supportare i minori nel loro percorso di vita. Ciò è stato possibile grazie all’intervento di Alessandra Luci, psicologa e psicoterapeuta, già logopedista, da anni impegnata nell’ambito di Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento) e Adhd, che ha illustrato caratteristiche, diagnosi e terapia del disturbo.
Un serio ostacolo alla definizione della diagnosi, alla presa in carico e al trattamento del disturbo è costituito però dal vuoto normativo. «Stiamo lavorando affinché siano colmate le lacune normative esistenti in materia di Adhd, sia a livello territoriale che nazionale, con una disciplina organica che permetta di supportare i ragazzi nel percorso scolastico come in quello verso il lavoro». Lo ha detto Loris Cervato, responsabile del Settore sociale di Legacoop Veneto, appellandosi alle istituzioni affinché il disturbo da deficit di attenzione e iperattività possa essere inserito all’interno di un quadro giuridico specifico.