Finalmente ai blocchi di partenza la revisione del sistema regionale di finanziamento dei centri diurni: in tre anni mira a garantire servizi di pari qualità per tutti, a costi omogenei e sostenibili, ossia uguali opportunità alle persone con disabilità e alle loro famiglie in tutti i territori provinciali.
È l’annuncio fatto ieri mattina dall’assessore al sociale della Regione Veneto Manuela Lanzarin all’incontro del tavolo regionale, costituito ad hoc per affrontare la questione della riorganizzazione dei servizi di semiresidenzialità per la disabilità in Veneto e convocato oggi a Venezia: presenti i sindaci, le Ulss, il mondo dell’associazionismo e della cooperazione.
«L’apertura di questa fase rappresenta un passo importante e atteso da tempo – commenta soddisfatto Loris Cervato, responsabile del Settore sociale di Legacoop Veneto –, una fase che come organizzazione abbiamo fortemente sollecitato e contribuito ad avviare, con un paziente e lungo lavoro di dialogo e di mediazione. Consentirà di eliminare le pesanti disomogeneità di rette e di servizi a cui oggi assistiamo nei diversi territori, a beneficio delle persone con disabilità e dei loro familiari, ma anche delle imprese sociali (in molti casi messe a dura prova nella gestione dei servizi a basso costo) e dei lavoratori». Fondamentale anche l’annuncio che, per quegli enti in cui le rette sono oggi inferiori rispetto alla media regionale, l’adeguamento inizierà con decorrenza 1° gennaio 2017.
Oggi in Veneto si conta che a frequentare i centri diurni siano circa 6300 persone con gravi disabilità fisiche e psichiche. Di loro oltre 1500 (ossia 1 su 4) frequentano uno dei centri pubblici gestiti dalle Ulss, orientati alla presa in carico dei casi più gravi. I restanti 4800 invece sono impegnati ogni giorno nelle molteplici attività proposte dai circa 286 centri diurni gestiti da cooperative, associazioni e altre realtà del terzo settore, strutture accreditate e sostenute da finanziamento regionale nell’erogazione del servizio.
«In un quadro finanziario di crescente compressione delle risorse e di fronte all’attuale disomogeneità di rette e di servizi nel territorio – ha spiegato l’assessore –, ho ritenuto doveroso chiedere l’impegno di tutti per ridefinire il tipo di servizi, le modalità di finanziamento e l’impegno economico di Regione, Ulss e Comuni».
A guidare il percorso di revisione dei servizi semiresidenziali è la delibera regionale 740 del 14 maggio 2015: qui sono delineati standard organizzativi/assistenziali, criteri autorizzativi, modalità di determinazione delle rette-tipo per i centri diurni e, quindi, le quote di rilievo sanitario e le quote sociali, a seconda dell’indice di gravità della disabilità.
Con la Delibera 740 nel 2015 la Regione ha posto le basi per superare le differenze di rette corrisposte ai centri diurni a seconda dei territori e della stessa tipologia organizzativa della struttura.
Sulla base della simulazione di costo prevista dalla delibera 740, all’avvio dell’operazione di riequilibrio e di progressivo allineamento alla retta standard la Regione Veneto, da parte sua, destinerà 8,8 milioni di euro, cui dovranno aggiungersi altri 4,4 da parte dei Comuni.
Tale percorso di adeguamento e standardizzazione delle rette sarà condiviso con i Comuni, con i soggetti del terzo settore e con la cooperazione sociale.
«Nei prossimi mesi – conclude Cervato – saremo impegnati a lavorare con le cooperative sociali nei territori in collaborazione con le Conferenze dei Sindaci, in particolare laddove la situazione dei centri è più sofferente, affinché il processo di adeguamento delle rette sia veloce; inoltre si continuerà a lavorare con la Regione sui temi ancora aperti legati al Dopo di Noi, alla modifica della legge sull’accreditamento delle strutture socio-sanitarie e alla progettazione di nuove modalità di gestione della disabilità maggiormente improntate a caratteri di innovazione sociale».