Un’occasione preziosa per confrontarci sulle sfide poste dai cambiamenti del contesto e dalla crisi economico-finanziaria, e quindi dalla nascita di nuovi bisogni, raccontando le strade intraprese per affrontarle e offrire risposte e servizi adeguati. Allo stesso tempo, anche uno spazio di dialogo per dirci quanto l’organizzazione sia stata capace di accompagnare e sostenere le proprie associate in questi percorsi verso l’innovazione necessaria, e in quale direzione debba muoversi con tale obiettivo nel prossimo futuro.
Questo ha rappresentato la direzione regionale che si è voluta allargata a tutte le cooperative, svoltasi a Mestre venerdì 12 maggio: «L’abbiamo proposta come spazio di scambio tra le coop, perché crediamo che ogni esperienza di crescita, ogni traguardo nella fatica di superare le fragilità, ma anche ogni soluzione innovativa, ogni sfida vinta, possano diventare patrimonio di tutto il sistema» evidenzia il nostro presidente Adriano Rizzi. «Tanto di ciò che è emerso – continua – costituisce ora un primo tassello del nostro percorso verso il Congresso del 2018. Il nostro grazie a tutte le cooperative intervenute, a partire da quelle che con disponibilità e generosità hanno accolto l’invito a condividere la propria esperienza perché potesse diventare spunto di riflessione e di confronto».
Intitolato “Cambia la società, nuovi bisogni, nuova imprenditorialità cooperativa: le risposte della cooperazione ai cambiamenti e ai nuovi bisogni”, il seminario ha messo dunque al centro la “narrazione” di alcune esperienze con l’intenzione di indagare e raccontare la capacità delle nostre imprese cooperative di leggere e intrepretare i nuovi bisogni e di rafforzare la propria dimensione imprenditoriale, valorizzando la mutualità e generando valore, ma anche le difficoltà incontrate e la fatica. Dalla ricerca di nuovi mercati alla diversificazione dei servizi, dalla riorganizzazione interna della struttura cooperativa in aree di competenza più specifiche alla revisione della governance, dagli investimenti in formazione a una maggiore attenzione ai programmi di finanziamento europei, e ancora alla necessità – riconosciuta a più voci – di rafforzare la rete degli attori sui territori e di aprirsi a nuove partnership, fino al disegno e alla declinazione progettuale di una visione più ampia e “di comunità” nella proposta dei servizi.
Ma cosa chiedono le cooperative all’organizzazione? Un maggiore controllo e maglie più strette verso le coop spurie, in particolare in ambito sociale, la promozione di iniziative che contribuiscano a mettere in rete le imprese e magari a creare nuove collaborazioni e opportunità di business, la spinta a una maggiore intersettorialità, infine più voce su alcuni temi di dibattito.
“Testimoni” delle buone pratiche dei vari settori cooperativi sono stati Cristina Bertucco di coop San Marco, Demetrio Chiappa di Doc Servizi, Linda Croce di Azalea, Umberto Farenzena di Cadore, Anna Fiscale di Progetto Quid, e ancora, Gabriele Nicolis di Energia Verde Forgreen, Claudio Pasquon di Sportarredo, Paolo Pastore di Fairtrade, Lucio Biondaro vicepresidente di Gruppo Pleiadi, e Carlo Zagato di Porto Alegre. Ha coordinato la giornalista, nonché responsabile dell’ufficio stampa di Legacoop Veneto, Marta Giacometti.
A dialogare sui temi il presidente di Legacoop Veneto Adriano Rizzi, Emilia Carlucci, vicepresidente di Legacoop Veneto, assieme ai presidenti delle cooperative. Ha portato il proprio contributo al confronto, dal proprio osservatorio più ampio, anche il direttore nazionale di Legacoop Giancarlo Ferrari.