Piena disponibilità da parte delle Senatrici e dei Senatori, eletti in Veneto, presenti ieri all’incontro presso Confindustria Venezia, Mario Dalla Tor del Gruppo Area Popolare (NCD – UDC) e Patrizia Bisinella, Raffaella Bellot ed Emanuela Munerato del Gruppo Misto – FARE!
Sollecitati dall’appello di Ance Venezia, Associazione Veneziana Albergatori, Confindustria Venezia e Legacoop Veneto i quattro Senatori hanno compreso fino in fondo le ricadute sulle imprese e sull’occupazione che l’attuale modalità di calcolo degli interessi determinano per molti settori dell’economia veneziana e chioggiotta: dal vetro di Murano alla pesca, dai servizi all’industria, dalle attività alberghiere alle costruzioni. E hanno mostrato tutta la loro disponibilità a farsi portavoce nella Commissione Lavoro per una pronta assunzione in carico e la calendarizzazione della discussione del Ddl che modifica le modalità di calcolo degli interessi relativamente all’annosa questione degli sgravi contributivi per Venezia e Chioggia. I Senatori Dalla Tor, Bisinella, Bellot, e Munerato hanno anche evidenziato la necessità che tutti i Gruppi uniscano le forze e si attivino per una veloce approvazione del ddl, approvato dalla Camera dei Deputati il 13 luglio scorso, e assegnato alla Commissione del Senato il 15 settembre scorso.
Le quattro Associazioni hanno rimarcato l’esigenza di accelerare il più possibile l’iter del provvedimento: «La definitiva approvazione di questo DDL è l’unica soluzione – allo stato dei fatti – che può limitare i danni per le imprese veneziane e chioggiotte che si trovano a pagare colpe ed errori compiuti da altri» – hanno ribadito unitariamente le Associazioni. «Permettere alle imprese di pagare gli interessi semplici e non composti, così come previsto dal DDL, non solo corregge l’impostazione assunta dalla L. 228 del 2012, ma anche garantirà continuità aziendale a molte delle imprese coinvolte. Diversamente il danno per imprese e gli effetti sull’occupazione sarebbero drammatici».
Occorre ricordare inoltre che, con la pronuncia del 17 settembre 2015, l’Italia è stata condannata in via definitiva dalla Corte di Giustizia: la Repubblica italiana, non avendo dato esecuzione al recupero degli sgravi, è obbligata a pagare ingenti sanzioni pecuniarie: 30 milioni di euro a titolo di sanzione forfettaria e 12 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell’esecuzione della sentenza.
Al momento, le imprese veneziane hanno restituito oltre 20 milioni di euro in conto capitale mentre pende ancora la questione degli interessi. L’ammontare complessivo del capitale da restituire sfiora i 30 milioni: importo che arriva ad oltre 90 milioni con gli interessi calcolati con il metodo composto.