Stefano lavora da oltre 15 anni in una cooperativa culturale: si occupa di amministrazione e i conti sono sempre in ordine. Marilena lavora alla segreteria di un’altra coop culturale e grazie a lei, ogni anno, oltre cinquantamila studenti possono partecipare a esperienze didattiche culturali. Luca invece è guida turistica abilitata e accompagna gruppi di persone a scoprire l'Emilia-Romagna, i luoghi, la storia e le tradizioni. Ama il suo lavoro, che è fatto di incontri, sguardi, emozioni. Quelli di Stefano, Marilena e Luca sono solo tre dei numerosi volti che in questi giorni stanno animando la campagna social “Ridiamo voce alla cultura”, lanciata da Alleanza Cooperative Italiane per accendere i riflettori su un mondo in fortissima sofferenza.
I cooperatori della cultura sono silenziosi, spesso invisibili: ma con il loro impegno, la loro dedizione, l’amore per il loro lavoro custodiscono e fanno crescere un patrimonio, quello culturale, che è una ricchezza di tutti. E che dà lavoro a moltissimi: dietro le quinte di teatri, musei, biblioteche, cinema e circoli c’è tutto un microcosmo cooperativo di lavoratori con professioni varie ed innovative.
Un mondo articolato e complesso che non solo apre i luoghi, ma li anima e li fa funzionare. «Avete sentito le loro storie? – chiede Alleanza Cooperative Italiane – No, certo. Perché se la cultura scompare, si sente. E il silenzio è assordante. Non basta pensare a riaprire fisicamente musei, teatri e biblioteche, ma a come far ripartire lavoro, organizzazioni e imprese».
Segui la campagna www.facebook.com/cltr.cultura