La raccolta delle telline in mare per la nostra fascia costiera non solo può rappresentare un’attività produttiva redditizia, ma anche consentire una gestione sostenibile della risorsa ittica e una valorizzazione del patrimonio di tradizione e cultura veneto. È quanto emerge dal “Progetto Telline” – realizzato da Legacoop Veneto Pesca e promosso dal Ministero delle risorse agricole e forestali all’interno del Piano nazionale triennale della pesca e dell’acquacultura -, che ne ha verificato e alla fine confermato la sostenibilità economica e ambientale. Si tratta dunque di una possibile nuova forma produttiva in ambito di molluschicoltura in mare, che consentirà anche nell’ottica della diversificazione produttiva un’interessante integrazione al reddito dei pescatori, mantenendo comunque una pesca responsabile e attenta alla tutela e alla valorizzazione della risorsa.
«Il progetto, da poco conclusosi, è ora uno strumento a disposizione delle istituzioni e delle cooperative – evidenzia Antonio Gottardo, responsabile del Settore Pesca di Legacoop Veneto, che spiega – La verifica era sollecitata in particolare dalle cooperative dei litorali veneziani e chioggiotti, che intravedono nella gestione dei banchi naturali di telline un’importante diversificazione della propria attività, trattandosi peraltro di una specie dall’elevato valore commerciale».
Lo studio si è articolato in diversi step che hanno previsto: l’acquisizione di dati, la raccolta bibliografica, indagini sul campo, e naturalmente il confronto con gli operatori e le istituzioni locali. La prima fase, in particolare, si è focalizzata sulla raccolta dei dati e sull’indagine presso gli operatori professionali locali. Successivamente la tellina è stata monitorata in alcune selezionate aree, a specifica vocazione, idonee dal punto di vista igienico sanitario; si sono poi individuate nella fascia costiera veneta le possibili aree a elevata potenzialità produttiva. Sono state anche valutate le potenzialità produttive delle aree costiere interessate dalla presenza di barriere soffolte, realizzate a protezione dei Lidi per interventi di difesa del suolo, (ad esempio: litorale di Pellestrina, litorale del Lido di Venezia, litorale di Sottomarina di Chioggia).
E ancora, sono state proposte le forme di gestione e le procedure per rendere attiva ed efficace tale nuova forma di produzione. Infine, sulla base delle informazioni raccolte è stato anche elaborato un primo piano di produzione che identifica i tempi di raccolta, i quantitativi giornalieri e di periodo, la chiusura delle aree, la sostenibilità del prelievo della risorsa.