C’era anche il consorzio Giotto il 3 settembre al seminario “Le quattro potenze dell’Enogastronomia Italiana” a Expo 2015, uno dei sei grandi appuntamenti del calendario di Padiglione Italia organizzato sotto l’egida del Censis. «Tra i lavori che riescono maggiormente nell’obiettivo di redimere e rieducare il detenuto troviamo in prima fila quelli che hanno a che fare con il cibo: cucina e pasticceria» ha spiegato Nicola Boscoletto, presidente di Officina Giotto,che oggi occupa nel carcere di Padova più di 140 detenuti. «Mani che prima erano al servizio della criminalità, ora sono strumenti del “saper fare” in un settore che è tra i più forti e rappresentativi del made in Italy. Oggi sono in grado di sfornare ottimi panettoni e non solo, per i quali continuiamo a ricevere importanti riconoscimenti: una vera e propria trasformazione» ha raccontato Boscoletto.
Così l’esperienza delle lavorazioni carcerarie padovane, che dagli inizi degli anni Novanta ad oggi ha avviato al lavoro oltre 500 detenuti, è stata una di quelle seguite con maggiore interesse, e probabilmente anche la più applaudita, delle quindici testimonianze presentate al seminario nell’Auditorium di Palazzo Italia. Quindici personaggi di assoluto rilievo, uno per ogni storia da raccontare, testimoni della bellezza, del saper fare, della capacità di oltrepassare il limite e della visione del futuro, accompagnati dall’autore de Il Golosario Paolo Massobrio.