L’esperienza della nostra associata bellunese, la cooperativa sociale Cadore, è stata raccontata come storia di #GreenHeroes nella rubrica omonima dell’ultimo numero (26 febbraio) del “Venerdì” di Repubblica, curata da Alessandro Gassmann in collaborazione con Kyoto Club.
È indicata, parole testuali, come “la vera perla delle Dolomiti”. Un riconoscimento che certo inorgoglisce la cooperativa, impegnata ormai da anni a dare il proprio contributo alla qualità della vita, al benessere sociale e all’economia della montagna cadorina. In un territorio, cioè, che in questi tempi difficili è stato messo ancor più a dura prova, in particolare anche per il recente blocco del turismo invernale.
Ma l’attività dell’impresa non si ferma, e la vede sempre attiva nei servizi di pulizia e sanificazione (fronte che ha chiesto una specializzazione delle competenze in questo frangente di emergenza sanitaria), di gestione di mense scolastiche e scuolabus e, sul fronte delle attività specificatamente invernali, nei servizi di battitura delle piste per lo sci di fondo e dei sentieri innevati per le passeggiate. Anche i recenti mondiali di sci “Cortina2021” l’hanno vista in prima fila, a occuparsi dei servizi di pulizia e sanificazione degli impianti e di quelli di manutenzione ambientale e di gestione del territorio.
Diverse e ampie le attività della cooperativa nata nel 2008 – industriali, commerciali e di servizi -, tutte finalizzate all’inserimento lavorativo di persone in situazioni svantaggiate (legge 381/91) e sempre progettate e svolte in stretta connessione con le amministrazioni comunali. Cadore, infatti, si considera e opera come strumento a servizio del territorio: per creare lavoro, fare impresa e sviluppare coesione sociale. E la sua presenza in Cadore si sostanzia in un vero e proprio progetto di economia integrata e welfare di comunità, declinato nei servizi collettivi e negli azioni per promuovere e tutelare l’ambiente montano e un uso virtuoso delle (poche) risorse disponibili. Questo modo di fare impresa sociale ed economia sostenibile si integra armoniosamente con progetti rivolti al mercato come la promozione di un turismo di comunità, lento e sostenibile, sempre con l’obiettivo di costruire un’economia che guarda al benessere delle persone nella sua integrità e all’ambiente come dimensione di cui prendersi cura.
«A guidarci e improntare ciò che facciamo è una precisa visione di futuro, da costruire insieme con gli altri attori di questo territorio marginale e fragile, ma ricco di significative potenzialità» spiega Alessandra Buzzo, presidente dallo scorso agosto, che in coop ha portato pure il proprio bagaglio di amministratore (per un decennio sindaco di Santo Stefano di Cadore e per cinque presidente dell’Unione Montana del Comelico). «Anche in questo momento di difficoltà, in particolare per le aree interne come la nostra, la cooperativa si ritrova ad essere al centro: nell’ascolto dei bisogni come nell’immaginare e mettere in campo risposte». Protagonista, insomma, di un welfare di comunità che sempre la sollecita a trovare soluzioni nuove e innovative.