Ha preso il via oggi ufficialmente l’attività della cooperativa Centro Moda Polesano di Stienta (Rovigo), il settimo workers buyout accompagnato nel percorso da Legacoop Veneto e primo nato tutto al femminile. La nuova cooperativa – che ha sede in viale dell’Artigianato 51b e resta attiva nel settore dell’alta moda -, nasce in seguito alla crisi della Cooperativa Polesana Abbigliamento (Capa) grazie alla volontà di 22 ex lavoratrici destinate alla disoccupazione, che con la loro scelta e il loro coraggio hanno così messo in salvo posti di lavoro e al contempo conservato nell’area polesana competenze e imprenditorialità. Lo scorso luglio la nuova impresa ha iniziato la propria produzione: una ripresa dell’attività attesa pure dagli stessi ex clienti, che hanno mantenuto i propri ordini e confermato l’intenzione di lavorare insieme a Centro Moda Polesano. Alle socie lavoratrici si sono aggiunte da subito anche 11 ulteriori lavoratrici dipendenti – per 33 posti di lavoro complessivi della ex Capa salvati – e ulteriori lavoratori sono stati assunti in seguito: oggi la cooperativa vede occupate già 39 persone.
Oltre a loro, assieme a familiari e fornitori, presenti al momento ufficiale di festa e di taglio del nastro i rappresentanti di Legacoop Veneto e nazionale, le istituzioni locali, i sindacati: Enrico Ferrarese, sindaco di Stienta, Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto, Dora Iacobelli, presidente della Commissione Pari opportunità di Legacoop e vicepresidente nazionale di Legacoop, Gianluca Laurini, direttore Settori Manifatturiero e Servizi di Coopfond, Paolo Ferraresi, responsabile Area Nordest di Banca popolare etica, ed Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità della Regione del Veneto.
«Diciotto mesi fa, non avremmo mai pensato di arrivare a questo giorno – ha raccontato emozionata la presidente della nuova cooperativa Claudia Tosi –. Ci abbiamo messo caparbietà e professionalità, rischiando anche un po’. Sono stati mesi difficili per noi, a volte carichi di motivazioni positive altre con la sensazione di non arrivare mai al traguardo. E alla fine ce l’abbiamo fatta. I clienti hanno avuto fiducia in noi e pazienza, e così oggi ci troviamo ancora a collaborare. Con questa inaugurazione ufficializziamo quindi la nostra nascita e la nostra esistenza come azienda: questo è importante per guardare al presente ma soprattutto al futuro e, perché no, anche al passato, perché quello che siamo come donne, come lavoratrici, la nostra esperienza e la nostra professionalità lo dobbiamo a quello».
«Con questo wbo entriamo in un nuovo settore, quello del tessile – ha spiegato Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto –: un comparto che più di altri è stato pesantemente toccato dalla crisi, in un territorio peraltro vulnerabile. Abbiamo così la conferma che il modello da noi codificato è vincente, tanto da consentirci di intervenire nelle situazioni con tempi stretti e grande efficacia, prima che sia troppo tardi, mettendo in campo e a disposizione le competenze maturate e il nostro sistema di relazioni, che resta determinante per queste operazioni. Ci pare anche questa una esperienza di successo – ha aggiunto –, ancor più guardando alla ripresa immediata del lavoro per la cooperativa e alle prospettive veloci di aumento della produzione, già a partire da quest’anno».
«Il nostro compito è guardare con attenzione e rigore i numeri e valutare la sostenibilità delle operazioni, ma poi per noi sono importanti anche le relazioni con le persone – ha evidenziato Gianluca Laurini di Coopfond -: ancora una volta, con un wbo accompagnato da Legacoop Veneto ci siamo trovati di fronte ai “numeri giusti”, ma anche a persone di grande passione e capacità».
Parole di stima e apprezzamento per il lavoro di Legacoop Veneto da parte dell’assessore Elena Donazzan «Voglio ringraziare Legacoop, a cui va il merito di aver condotto con successo tutte le sette operazioni di workers buyout in Veneto – ha concluso l’assessore Donazzan –. Anche in questo caso i lavoratori di una azienda in crisi sono riusciti nell’intento di ‘ricomprarsela’. Alle lavoratrici del Centro Moda Polesano un sincero augurio per questa nuova importante avventura iniziata oggi».
Fondata nel 1962 e operante anch’essa nel settore dell’alta moda femminile, negli ultimi anni Capa è toccata dalle importanti difficoltà del settore e dalla crisi economica generalizzata. Nel marzo 2018 subisce la liquidazione coatta amministrativa. A quella data le lavoratrici sono 43: 35 socie e 8 dipendenti (tutte con contratto collettivo nazionale del comparto tessile, abbigliamento, industria). Alcune di loro lanciano l’idea di costituire una nuova impresa, che raccolga l’eredità di Capa per impedire di disperderne il prezioso know how e, naturalmente, per proteggere l’occupazione: grazie al supporto di Legacoop Veneto, anche con la collaborazione delle parti sindacali locali Cgil, Cisl e Uil, si avvia così il percorso di workers buyout, che si concretizza nella costituzione della nuova cooperativa e nella presentazione di un’offerta di affitto d’azienda con impegno all’acquisto al liquidatore della Capa.
Le 22 socie fondatrici capitalizzano la nuova società attraverso l’anticipo della Naspi, apportando oltre 270mila euro, cui si affianca il sostegno di Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop intervenuto con un finanziamento di 80mila euro, e di Banca Popolare Etica, che crede nel progetto e mette a disposizione una linea di fido di 200mila euro per garantire la disponibilità di liquidità all’impresa.