È stato presentato la scorsa settimana il “Rapporto Sociale 2012/2013” della cooperativa sociale onlus Castel Monte di Montebelluna (Treviso), realtà neoassociata a Legacoop Veneto che nel territorio della Marca si occupa di assistenza sociosanitaria, sanità ed educazione all'infanzia tramite la gestione di asili nido. Da oltre vent’anni la cooperativa (di tipo A e B) coniuga con professionalità l’impresa sociale con l’attività di cura e dedizione verso gli altri, affrontando le nuove sfide poste dal presente, oggi in primo luogo connesse alla crisi e ai nuovi terreni in cui il welfare è chiamato a confrontarsi e a innovarsi.
«La rendicontazione sociale per noi è importante – afferma il presidente Giuseppe Possagnolo – e la consideriamo uno strumento di trasparenza, responsabilità e informazione mirata verso i nostri soci e collaboratori».
Positivo il trend emergente dai dati degli anni di riferimento: il fatturato è aumentato da 8.217.441 di euro nel 2012 a 8.803.048 nel 2013, così come il numero di soci lavoratori, in maggioranza donne, passato da 236 (sempre nel 2012) a 284 nel corso dell’anno seguente; in crescita considerevole anche il capitale sociale, salito dai 271.400 euro nel 2012 a 332.600 euro nel 2013.
Numeri che dicono la “tenuta” della cooperativa in questi anni di crisi (in cui anche la Castel Monte ha dovuto resistere ai ritardi di pagamento del pubblico), ma pure la sua capacità di farvi fronte mettendo in campo azioni strategiche. Tra queste, senz’altro, il percorso di fusione per incorporazione (divenuto effettivo il 1 agosto 2014) con le cooperative Rispetto Castel Monte e S.I.Cu.R.I.: ciò ha consentito di abbattere i costi tutelando comunque i diritti dei lavoratori e senza intaccare la qualità dei servizi verso i clienti, pazienti e ospiti delle strutture.
Risponde all’urgenza di innovazione sociale, sentita fortemente dalla cooperativa, anche la decisione di dar vita a tre “distretti per il welfare e la sussidiarietà sociale”, che nei territori di loro rispettiva competenza geografica promuovono nuovi progetti (in tema di salute e benessere delle persone, gestione dei beni pubblici sociali di pubblica utilità e gestione dell’habitat e del territorio) insieme a realtà del mondo del non profit, del volontariato, dell'associazionismo e della cittadinanza attiva: «L’obiettivo è svolgere un ruolo proattivo per e nei territori, contribuendo a realizzare il nuovo modello di welfare community e di utilizzo/riutilizzo dei beni sociali pubblici». Così Possagnolo, che parlando delle future prospettive spiega: «Stiamo adeguando l’organizzazione del gruppo dirigente alla realtà che cambia, attuando un progetto di crescita che parte dal risanamento e orienta lo sviluppo verso nuove aree di mercato, specie nel privato, e nello stesso tempo difende e potenzia il nostro ruolo nel sistema sociosanitario pubblico. La crisi non cancella i bisogni delle persone, anzi purtroppo li accentua e la diminuzione della copertura del welfare pubblico prospetta nuovi spazi di intervento e un nuovo mercato».