Potrebbe trattarsi di rinascita dalle ceneri per alcuni degli addetti della Helios Technology di Carmignano di Brenta e della Ecoware di Padova, aziende dichiarate fallite negli scorsi mesi dopo essere state fiori all’occhiello del cosiddetto distretto del fotovoltaico dell’Alta Padovana.
Il default delle due imprese, seguito al fallimento del gruppo multinazionale Aion Renewables di cui facevano parte – che ha comportato la perdita del posto per le centinaia di impiegati nei due siti produttivi -, potrebbe infatti dare ad alcuni lavoratori l’opportunità di trasformarsi da dipendenti a imprenditori di se stessi: un gruppo di loro ha contattato Legacoop Veneto esprimendo l’intenzione di associarsi in cooperativa e dare vita a una nuova attività nel terziario in ambito fotovoltaico/energie rinnovabili (servizi di manutenzione e pulizia, installazione di piccoli impianti e riparazione di quelli esistenti, consulenza). Sostanzialmente, si tratterebbe per loro di convertirsi da dipendenti di un’azienda di produzione a piccoli artigiani, lavorando prevalentemente per conto terzi con una struttura aziendale agile e leggera (la storia loro e di altri lavoratori costituitisi in cooperativa con Legacoop Veneto, dopo il fallimento della loro azienda, oggi nel Sole24Ore, a p. 32 di “Impresa&Territori”).
«Si sono già svolti incontri interlocutori, in accordo con la Fim Cisl di Padova che segue sindacalmente i lavoratori interessati – afferma il responsabile del Settore produzione e lavoro di Legacoop Veneto Devis Rizzo – e ne emerge un quadro globalmente positivo. In questi casi risulta fondamentale misurare fin da subito la consapevolezza delle persone e la sostenibilità del business, e mi pare che questi prerequisiti ci siano. Non escluderei la possibilità che dalla crisi di due realtà come Helios e Ecoware nascesse un’unica cooperativa a carattere “multiutility”. Assieme alla Fim Cisl abbiamo già incontrato il curatore fallimentare e stiamo verificando la fattibilità dell’eventuale acquisto di alcuni macchinari e software e, forse, di uno dei due marchi aziendali: attendiamo ora risposte nel merito. Intanto continueremo a incontrarci per ulteriori approfondimenti nelle prossime settimane, per arrivare – se l’esito delle trattative e del confronto si confermerà positivo – alla decisione finale per i primi giorni di settembre».
Si direbbe insomma che il perdurare della situazione di crisi economica e le incerte prospettive di ripresa, spingano a guardare a modelli aziendali diversi, strutturati su linee cooperative e che mettano al centro la partecipazione dei lavoratori ai processi e all’organizzazione d’impresa.
Legacoop Veneto registra ormai da mesi questi segnali di cambiamento. Solo dall’inizio del 2013 sono state una quindicina le consulenze richieste ai funzionari della Lega regionale delle cooperative e mutue (nel 2012 se ne erano contate in tutto una ventina), come conferma sempre Rizzo: «Veniamo contattati sempre di più da imprese in difficoltà, spesso dai sindacati o da gruppi degli stessi lavoratori, che ci sottopongono l’ipotesi di costituire una cooperativa per rilevare l’attività. Nei prossimi mesi potremo valutare i primi esiti di questi percorsi. La persistenza della difficile situazione economica ci fa pensare che verremo contattati da un numero crescente di aziende».
Ad aprire la strada la D&C Modelleria Società cooperativa di Vigodarzere (Padova), nata dal fallimento dell’ex Modelleria Quadrifoglio Srl avvenuto nel maggio 2010. Per continuare l’attività i dipendenti, nell’agosto dello stesso anno, si sono costituiti in cooperativa, “affittando” dal curatore fallimentare l’azienda per dodici mesi con proposta irrevocabile di acquisto entro tre anni. La cooperativa è riuscita a rilevare il ramo di azienda dopo un solo anno e oggi produce stampi e modelli per fonderie, in legno, resina, alluminio, ghisa e acciaio, sia secondo il metodo tradizionale, sia con l’ausilio di macchine a controllo numerico.