Lo si dice oramai da giorni: le mascherine scarseggiano, anzi sono diventate pressoché irreperibili. Dispositivi di sicurezza individuale indispensabili nella lotta contro il Coronavirus per il lavoro quotidiano di medici e sanitari ma irrinunciabili anche per garantire, in questa fase di dura emergenza, la tutela della salute dei numerosi lavoratori e lavoratrici delle cooperative sociali e dei cittadini più fragili (anziani, persone con disabilità, minori…) affidati ogni giorno alla loro cura e assistenza presso le strutture residenziali e a domicilio.
«I nostri operatori, come quelli di altre cooperative, sono quotidianamente al fronte per assicurare servizi che oggi sono essenziali, anche per tenere lontani dagli ospedali altri possibili malati. L’allarme è alto, perché stiamo davvero faticando a continuare il nostro lavoro». A dirlo è Linda Croce, presidente della cooperativa sociale Azalea che conta nel Veronese oltre 400 lavoratrici e lavoratori impegnati nei servizi residenziali per anziani), nelle comunità per minori senza famiglia, e ancora nell’assistenza domiciliare, anche infermieristica, di persone con disabilità, anziane o con problemi psichiatrici. Si tratta di circa un migliaio di cittadini e delle loro famiglie, a cui la cooperativa garantisce i servizi sociosanitari di cui hanno bisogno. E nel caso degli anziani sono le persone più vulnerabili che stiamo cercando, come territorio e come Paese, di proteggere dal Covid19.
«È indiscutibile che il personale ospedaliero e della medicina di base costituiscano la priorità in tema di dispositivi di protezione. Ma davvero anche per noi è scoppiata una vera e propria “emergenza” – evidenzia la presidente –. Lanciamo dunque il nostro appello alle Ulss e alle istituzioni: non dimenticatevi delle cooperative sociali. Ma lo lanciamo anche a tutti i cittadini e alle imprese: donate alle cooperative sociali del territorio le mascherine a voi non necessarie:1, 10, 100… non importa, saranno tutte importanti. Penso in particolare agli artigiani, ad esempio estetisti, marmisti, costruttori edili, verniciatori…, che oggi non sono impegnati nella loro attività proprio a causa delle misure di restrizione. Il loro aiuto, l’aiuto di tutti grande o piccolo che sia, può essere in questo momento davvero prezioso».
E in merito all’iniziativa annunciata nei giorni scorsi dalla Regione Veneto di distribuire le mascherine prodotte da una nota tipografia padovana, questo il commento della presidente Linda Croce:«Certo è da guardarsi con plauso l’intenzione, ma i dispositivi potrebbero risultare efficaci solo per il cittadino comune, non di certo per gli operatori sociosanitari e gli infermieri delle cooperative sociali che forniscono assistenza di base a stretto contatto con le persone fragili».