«Grande rispetto, apprezzamento e riconoscenza per l’attività eroica che il personale medico e infermieristico sta portando avanti negli ospedali e per tutto lo straordinario lavoro della nostra rete di Protezione Civile. Ma non sono gli unici. Al loro fianco, in trincea, ci sono tanti soci e tanti lavoratori delle cooperative che si fanno carico di affiancare le strutture sanitarie nei servizi di pulizia e di sanificazione e di assistere direttamente le persone più fragili, molto spesso non autosufficienti. Tante donne e tanti uomini, oltre 500.000, che meritano altrettanto rispetto, perché si fanno carico di bisogni emergenziali con enormi sacrifici e senza avere sempre gli strumenti di sicurezza che sono introvabili. Si tratta di tutta la rete sociale e sanitaria allestita dalle cooperative che eroga servizi domiciliari, che segue persone anziane, minori, persone con disabilità sia presso le residenze sia a domicilio, che gestisce comunità psichiatriche, sostiene persone con dipendenze, senza fissa dimora e accoglienza, migranti, che garantisce i servizi essenziali per le famiglie e che rischia di andare in collasso.
È questo il momento della responsabilità: ci stiamo adoperando per reperire dispositivi di protezione individuale nelle prossime ore per tutti i soci e il personale delle cooperative, ma chiediamo anche attenzione alle autorità pubbliche per avere gli strumenti necessari e per fare il nostro lavoro. Vogliamo lavorare, ma nella sicurezza. È giusto così ed è giusto che valga per tutti. Un appello specifico lo rivolgiamo anche al sindacato a cui chiediamo di stare al nostro fianco in questa importante battaglia per la sopravvivenza che riguarda ciascuno di noi riconoscendo il ruolo essenziale della cooperazione”.
Così Alleanza Cooperative commenta la gravità delle condizioni di lavoro in cui operano oltre 500.000 lavoratori delle cooperative che in modo sussidiario al pubblico fronteggiano gli effetti del coronavirus.
Fonte: Alleanza delle Cooperative Italiane