«Definire rapidamente le condizioni tecniche e organizzative per consentire una rapida ripartenza delle imprese, garantendo il necessario sostegno finanziario». La sollecitazione al Governo da parte delle cooperative industriali italiane che si dichiarano pronte a riprendere l’attività, con grande disponibilità alla sperimentazione e alla collaborazione nell’obiettivo di avere imprese più sicure, sostenibili e innovative.
Riprendere quindi a lavorare e produrre, anche per non rischiare che le eccellenze italiane -sia sul mercato interno sia sui mercati internazionali– vengano sostituite da prodotti di Paesi che applicano misure di contenimento del contagio più limitate rispetto a quelle attualmente applicate in Italia. Ripartire però non inficiando gli sforzi e i sacrifici fatti fino ad oggi per contenere il virus e le sue pesanti conseguenze, attraverso una riprogettazione in primis dell’organizzazione aziendale.
«È necessario, per il bene di soci lavoratori e dipendenti, ma guardando all’interesse del Paese, -dichiarano i vertici di Alleanza Cooperative Produzione e Lavoro – passare da un approccio schematico e rigido, come in parte è stato quello dei codici Ateco, a modalità che tengano conto delle caratteristiche dei singoli siti produttivi e delle misure adottate per garantire la massima sicurezza, nell’applicazione delle norme e delle buone pratiche in grado di garantire lavoratrici e lavoratori, dal distanziamento sociale alla sanificazione dei luoghi di lavoro, alla misurazione della temperatura corporea e all’adozione dei dispositivi di protezione individuale».
Ripartenza che però, come sottolinea a gran voce Alleanza Cooperative Produzione e Lavoro, non può avvenire senza forti iniezioni di liquidità, sia per sostenere i costi del lockdown, come l’anticipazione della cassa integrazione dei lavoratori, sia per la gestione del circolante, visti gli accentuati ritardi nei pagamenti nelle filiere e catene di fornitura.
La cooperazione chiede inoltre di guardare al futuro del Paese in un’ottica di forte innovazione. «Il blocco delle attività produttive comporta e comporterà danni ancora difficilmente quantificabili, che potranno incidere in modo più pesante rispetto alla grande crisi iniziata nel 2008. Occorre perciò ripensare in termini organici e strategici le riorganizzazioni e riconversioni produttive per generare nuove opportunità. La pandemia ha mostrato come l’affidamento in toto ad altri Paesi di produzioni necessarie -vedi DPI- ha comportato e sta comportando enormi difficoltà. Bisogna vedere in questa crisi un’opportunità di riflessione e confronto per una migliore politica industriale, in uno scenario che non può prescindere, innanzitutto, dalla collaborazione tra i Paesi dell’Unione Europea».
«Auspichiamo – concludono i vertici di Alleanza Cooperative Produzione e Lavoro – che un contributo positivo ad una sollecita riapertura delle attività possa arrivare dal lavoro della Commissione di esperti nominata dal Governo, guidata dal Dott. Vittorio Colao, così come riteniamo siano utili i tavoli istituzionali aperti dalle Regioni, quale quello dell’Emilia-Romagna, dove le parti sociali stanno perseguendo l’obiettivo di individuare modalità condivise per una rapida ripresa della produzione».
Fonte: Legacoop Nazionale Produzione e Servizi