Si fondono due cooperative storiche della cultura: Copat, nata negli anni Ottanta tra Milano e Torino, entra così in CoopCulture, nostra associata fortemente radicata in tutto il Paese. Con questa operazione CoopCulture arriva a contare quasi 1.100 soci con un fatturato complessivo (dato 2016) che sfiora i 59milioni di euro. La fusione si inserisce perfettamente nel percorso tracciato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane in quanto riguarda cooperative di Legacoop e di Confcooperative: segna un momento di grande integrazione e ribadisce inoltre la tradizione mutualistica della cooperazione, permettendo di valorizzare competenze e professionalità di entrambe.
CoopCulture dopo la fusione acquisisce l’esperienza anche in ambiti diversi e complementari, come la digitalizzazione di archivi e biblioteche, e rafforza la propria presenza in Piemonte e Lombardia.
L’operazione nasce dalla volontà di affermare la presenza cooperativa nel comparto strategico della cultura, con la formazione di un soggetto più forte e capace, che possa essere motore per la crescita del settore, anche attraverso piattaforme di reti che aggreghino le esperienze cooperative nei territori. Un modello di business territoriale e cooperativo che può essere una risposta al tema della crescita sostenibile per il patrimonio culturale e il turismo sostenibile non solo in Italia ma in Europa, come da raccomandazioni del Consiglio europeo per il prossimo settennato.
In quest’ottica, si delinea una sfida di evoluzione organizzativa, di valorizzazione delle professionalità e delle competenze, peraltro in un momento in cui il settore della cultura, più di tutti gli altri, deve affrontare un cambiamento epocale in termini di utilizzo creativo delle nuove tecnologie, di innovazione di prodotto, di creazione di nuovi pubblici di fruitori non passivi, di rapporto col mondo della formazione: insomma CoopCulture guarda al futuro e all’internazionalizzazione volendo mettere insieme una storia di alta qualità e la trasformazione del mondo della cultura e del turismo culturale nell’epoca dell’industria 4.0.
«Abbiamo aperto il 2018- commenta Giovanna Barni, presidente di CoopCulture – avendo impostato molte novità nei servizi per renderli sempre di maggiore qualità. Ora, con la fusione con Copat, guardiamo avanti avendo acquisito maggiore “massa critica” e potendo mettere in comune e a sistema notevoli esperienze e grandi qualità professionali. Da qui partiamo, sempre con i fari puntati sui nostri valori di solidarietà, mutualità, di servizio alla comunità, e insieme per affrontare i cambiamenti e le innovazioni necessari».
Fonte informazioni: Alleanza delle Cooperative Italiane