Sono arrivati sabato 23 marzo dall’Osttirol e dalla Val Pusteria, ospiti di Legacoop Veneto, per un sabato itinerante nella provincia di Belluno con tappe a Zoppè di Cadore e a Lozzo di Cadore.
Parliamo di quindici rappresentanti di Coopbund – Alto Adige Südtirol, l’associazione di categoria delle cooperative altoatesine, del Comune austriaco di Oberlienz e della cooperativa di comunità b*coop di Bressanone.
I tre enti sono i partner del progetto transfrontaliero Coop in Quota che vede come capofila Legacoop Veneto. Il piano è finanziato dal fondo Interreg CLLD Dolomiti Live, programma dell’Unione Europea che riunisce organizzazioni e persone per promuovere lo sviluppo sostenibile nell’area di confine Italia-Austria.
L’obiettivo è trovare soluzioni innovative per la vivibilità delle terre alte e contrastarne così lo spopolamento.
È nell’ottica della condivisione di esperienze e problematiche comuni che la delegazione austriaca e altoatesina ha visitato sabato scorso due realtà cooperative associate a Legacoop Veneto.
Prima tappa, la Cooperativa de Zopè, cooperativa di consumo nata nel 2020 che ha permesso alla più piccola comunità del bellunese di mantenere in vita due attività essenziali di servizio e di socialità del comune, consentendone quindi la sopravvivenza. Ad accogliere il gruppo, il sindaco, Paolo Simonetti, e i rappresentanti della cooperativa.
Seconda tappa, Lozzo di Cadore, sede del Gal Alto Bellunese, dove il gruppo è stato ospite di Cadore, cooperativa sociale diffusa in tutta la provincia e impegnata nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate in attività come la manutenzione ambientale, il turismo e la ristorazione.
“L’obiettivo del progetto Coop in Quota è proprio questo – spiega Michele Pellegrini, del Comitato territoriale bellunese di Legacoop Veneto – Condividere esperienze di cooperazione con realtà territoriali anche oltreconfine e sottolineare come la cooperazione possa avere un ruolo centrale nello sviluppo del territorio. Con azioni concrete, le imprese cooperative garantiscono servizi e contribuiscono alla sopravvivenza delle comunità delle aree montane”.