Il comparto ittico veneto lancia un appello alla Regione e al Distretto di pesca Alto Adriatico perché siano al suo fianco nella protesta in corso contro il caro gasolio. Una lettera congiunta è stata inviata al presidente Luca Zaia dalle marinerie di Caorle, Chioggia e Pila, a seguito delle rispettive assemblee svoltesi lunedì 7 marzo. Firmatari della richiesta Marco Sarto, sindaco di Caorle, Mauro Armelao, sindaco di Chioggia, e Roberto Pizzoli, sindaco di Porto Tolle, insieme ai rappresentanti degli armatori e delle cooperative di pesca.
L’aumento del prezzo del carburante, raddoppiato rispetto a un anno fa, costituisce una vera emergenza per gli operatori del settore della pesca, avendo un impatto sui costi di produzione di circa il 70/80%. Ciò comporta una riduzione insostenibile della marginalità di profitto per le imprese, tanto da compromettere la regolare fornitura del prodotto ittico nazionale al settore della ristorazione.
Così, durante tutta la settimana in corso, i pescherecci resteranno fermi in banchina per richiamare l’attenzione delle istituzioni sul problema, che rischia di avere gravi ripercussioni sociali.
La protesta accompagna alcune precise richieste di intervento: uno scostamento di bilancio finalizzato allo stanziamento di risorse adeguate per compensare il caro gasolio e un allentamento delle normative comunitarie, come ad esempio un aumento degli sgravi contributivi per le imprese di pesca previsti dalla legge 30/98.
«Il vero obiettivo – ha affermato Antonio Gottardo, responsabile dei settori agroalimentare e pesca di Legacoop Veneto – è quello di mantenere il regime di assenza di accise nel prezzo del gasolio applicato per le imbarcazioni e non lamentarsi che prima il gasolio si pagava solamente 30 centesimi e, soprattutto, fare richieste consone con le direttive imposte da Bruxelles».
In allegato la lettera inviata al presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.