Hanno attraversato e stanno affrontando le medesime difficoltà di tutte le imprese del settore le cooperative di produzione e servizi, che nel Nordest sono oggi circa 200 con oltre 55mila soci e più di 13mila addetti, per un fatturato pari a 830 milioni (dati 2023): numeri che restituiscono un quadro ridiventato abbastanza simile a quello precovid. Stiamo parlando di comparti strategici per l’economia e l’occupazione del Nordest, come il manifatturiero, la logistica e il trasporto merci, la filiera delle costruzioni, e altri come ristorazione collettiva, multiservizi e pulizie, trasporto persone, igiene ambientale e servizi alle imprese. E di cooperative che hanno mostrato per lo più una buona resilienza rispetto alle crisi economiche globali, una su tutte la pandemia: grazie alla natura democratica e mutualistica, sono infatti riuscite, nonostante le evidenti problematicità, a gestire bene le criticità e a proteggere l’occupazione, a differenza di tante imprese tradizionali. Ha contribuito anche la buona patrimonializzazione, che ha consentito loro di assorbire i colpi e ripartire con prontezza.
È quanto emerso nel corso dell’Assemblea congressuale area Nordest di Legacoop Produzione e Servizi “Visioni. Cooperare, connettere, crescere, competere”, che ha visto riunite per la prima volta questa mattina a Gruaro (Venezia), presso la sede di Sportarredo Group società cooperativa, le cooperative del macrosettore di Legacoop Veneto, Legacoop Friuli Venezia Giulia e Cooperazione Trentina.
Per il Veneto si tratta di 123 cooperative attive (oltre il 60% del totale di macroarea) afferenti al settore di produzione e servizi e associate a Legacoop Veneto, che contano oggi 4.900 addetti e più di 51mila soci e sviluppano un fatturato pari a 357 milioni di euro, con un patrimonio netto globale che supera i 140 milioni (dati 2023). Numeri che si muovono in continuità rispetto alla salita, o comunque all’ottima tenuta, vista nell’ultimo triennio pur nelle difficoltà: come raccontano i circa 4000 addetti del 2021 arrivati a 4.300 nel 2022, e i soci rimasti comunque stabili intorno ai circa 49.600 (49.570 nel 2021 e 49.690 nel 2022).
«Le nostre cooperative dovranno, ancora una volta, dimostrarsi capaci di adattarsi e crescere in un contesto di forti cambiamenti» ha evidenziato da parte sua Denis Cagnin, responsabile del settore Produzione e Servizi di Legacoop Veneto. «Il futuro delle cooperative sarà fortemente legato alla loro capacità di affrontare l’innovazione digitale e la transizione ecologica, per continuare a giocare un ruolo fondamentale nel mantenimento di un tessuto economico locale solido e inclusivo».
«Un tessuto di piccole e medie imprese che spesso da sole non riescono ad accedere a risorse, mercati e tecnologie, in un territorio, il nostro, con una lunga e forte tradizione di cooperazione e imprenditorialità diffusa» ha sottolineato Devis Rizzo, presidente di Legacoop Veneto. «È necessario per questo incentivare le reti di impresa, rafforzando il ruolo delle cooperative, la loro capacità di innovazione e la loro competitività, attraverso una rinnovata funzione dei consorzi. Ma dall’altro lato siamo di fronte a una serie di sfide cruciali che richiederanno un forte dialogo con la politica e politiche regionali strategiche e di visione. Penso in primis alla necessità di una più incisiva formazione di base e continua e a politiche di accoglienza più efficaci: entrambi, insieme, potrebbero risolvere la difficoltà a reperire lavoratori, soprattutto quelli qualificati, nell’attuale contesto di crisi demografica. Penso, ancora, alle criticità dell’accesso al credito, che un facilitato accesso ai fondi europei e agli strumenti finanziari potrebbe aiutare a fronteggiare, e alla logistica regionale e alle infrastrutture, così bisognose di interventi di ammodernamento che tardano a venire».