Flessibilità, competenze, diversificazione dei servizi e delle progettualità, come delle fonti di finanziamento. Sono i punti cardinali che hanno orientato in questi anni la cooperativa sociale veronese Azalea, associata a Legacoop Veneto, e che le hanno con ogni evidenza consentito di superare l’anno difficile dello scoppio della pandemia, pur tra le numerose criticità e le sfide affrontate, mettendo in protezione servizi e occupazione dei soci lavoratori.
A dare l’occasione per fare il punto è stata la recente assemblea delle socie e dei soci della cooperativa, attiva da quasi trent’anni sul territorio con servizi sociosanitari e progetti “speciali” nelle “filiere” delle cure primarie, educazione e cultura, inclusione, turismo sociale, con numeri significativi: 470 soci di cui 450 soci lavoratori), di questi l’80 per cento composto da donne, di età media appena sopra i 40 anni, e ancora circa 12 milioni di fatturato maturato nello scorso anno, oltre 9mila persone utenti dei servizi (erogati anche in aiuto alle loro famiglie e alle comunità di riferimento), infine più di 80 progetti oggi attivi.
Svoltasi nei giorni scorsi online, l’assemblea ha visto l’approvazione di un bilancio in pareggio e il rinnovo del Cda, che si riconferma tutto al femminile e di età compresa tra i 36 e i 43 anni. È di oggi, nominata nella prima seduta del neoletto Consiglio di amministrazione, la riconferma quale presidente di Linda Croce, già alla guida della coop dal 2015. Accanto a lei nella squadra, in continuità con il direttivo precedente, di nuovo Ilaria Bonazza, vicepresidente, responsabile della neonata filiera del Turismo inclusivo, Valentina Sartori, direttrice dell’area Progettazione e sviluppo, a cui si aggiungono Ludmila Bazzoni, responsabile della Progettazione e gare d’appalto, e infine Emanuela Caniglia, coordinatrice per Azalea dell’asilo nido del Comune di San Giovanni Lupatoto.
«Come per tutta la cooperazione sociale, è stato un anno orribile anche per Azalea, che si è vista costretta ad adottare velocemente nuove procedure e dispositivi per mettere in sicurezza tutti i lavoratori e tutti i servizi alla persona, e a rimodulare velocemente le attività contenendo il più possibile i danni sanitari ed economici derivanti dalla pandemia» racconta Linda Croce. Il domani presenta ulteriori e nuove sfide, che la cooperativa è pronta e si è “allenata” ad affrontare: «Abbiamo sentito fin da subito che, oltre a gestire il presente, serviva orientare lo sguardo all’immediato futuro, quello post-emergenza – continua la presidente –, cogliendo le trasformazioni in atto e i nuovi bisogni emergenti dai territori, per prepararci a dare risposte veloci ed efficaci con un’organizzazione sempre più competente, flessibile e dinamica».