Roma, 14 ottobre 2014 – Un rapido via libera alla legge di riforma sui beni confiscati. È quanto ha chiesto oggi al Parlamento il comitato promotore della campagna ‘Io riattivo il Lavoro’, costituito da Legacoop, Cgil, Libera, Acli, Arci, Avviso Pubblico, Sos Impresa e Centro Studi Pio la Torre. Le aziende confiscate in via definitiva alla mafia sono oltre 1.700, il 70% in più dall’inizio della crisi.
Tutti i settori produttivi sono coinvolti e una percentuale molto alta riguarda comparti chiave come il terziario (55%), l’edilizia (27%) e l’agroalimentare (6%). È possibile trovare aziende sequestrate e confiscate in tutta Italia, da Nord a Sud. Le regioni in cui se ne contano di più sono la Sicilia (36%), la Campania (20%), la Lombardia (13%), la Calabria (9%) e il Lazio (8%).
Secondo l’Agenzia nazionale per i beni confiscati, il 90% di queste aziende fallisce a causa dell’inadeguatezza dell’attuale legislazione, incapace di garantire gli strumenti necessari per l’emersione alla legalità. “Dando per buone le stime dell’Agenzia relative al fallimento del 90% di queste aziende – scrive il comitato Io riattivo il lavoro – il quadro che emerge è devastante: circa 72.000 lavoratori e lavoratrici hanno pagato con il licenziamento e la disoccupazione l’inadeguatezza delle istituzioni nel valorizzare l’enorme patrimonio economico costituito dalle aziende confiscate”.
“Confidiamo – conclude il Comitato Io Riattivo il lavoro – che il Parlamento proceda ora speditamente, di modo da rendere il prima possibile operative le misure previste per sostenere il riutilizzo di un importante patrimonio produttivo. Patrimonio che rischia altrimenti l’abbandono e il fallimento: non possiamo permetterci che passi l’idea secondo la quale quando c’era la mafia si lavorava, se arriva lo Stato si perde il lavoro”.
Il testo prevede, tra le altre cose, maggiori competenze e personale all’Agenzia nazionale per i beni confiscati, la creazione di un Fondo di rotazione per risolvere il problema dei credito bancario, pagare gli stipendi dei lavoratori e sostenere i costi dell’emersione alla legalità delle imprese, ed una serie di interventi in favore delle aziende confiscate e sequestrate per favorire l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari. Si incentiva, infine, attraverso agevolazioni fiscali, la costituzione di cooperative di lavoratori disposti a rilevare l’azienda.
Fonte: Legacoop.coop