In Veneto partirà la prossima settimana la campagna di raccolta firme, avviata giovedì 6 maggio a livello nazionale, per la proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dall’Alleanza delle Cooperative Italiane con l’obiettivo di mettere fuori gioco le false cooperative.
Con la sua proposta l’Alleanza, che ha lanciato nei mesi scorsi il “Manifesto per un’economia pulita”, chiede al Parlamento misure più severe e più incisive per contrastare il fenomeno delle false cooperative, imprese che utilizzano strumentalmente la forma giuridica della cooperazione perseguendo finalità estranee a quelle mutualistiche.
Per consentire l’avvio dell’iter formale della proposta di legge (depositata a fine aprile in Corte Suprema di Cassazione), ci sono ora sei mesi di tempo per raccogliere il numero minimo richiesto di 50mila firme: ma l’obiettivo è di raccoglierne 100mila grazie a un’ampia mobilitazione. Sarà presto online un sito, dedicato alla campagna, che informa sulle iniziative per la raccolta firme in programma in tutto il territorio nazionale.
«Per il Veneto tra pochi giorni ritireremo i moduli per la raccolta firme presso la Corte d’Appello di Venezia e immediatamente inizierà la campagna con iniziative di comunicazione per sensibilizzare il maggior numero possibile di cittadini » annuncia Davide Mantovanelli, responsabile dell’iniziativa per Legacoop Veneto. «Sarà possibile firmare– prosegue – nelle occasioni organizzate a sostegno della campagna in tutto il territorio regionale e anche presso molti Comuni del Veneto».
La proposta di legge è dunque un tassello importante contro il massimo ribasso nelle gare d’appalto e le infiltrazioni mafiose e mira a rafforzare la partecipazione dei soci ai processi decisionali e il sostegno agli osservatori territoriali della cooperazione.
Nel dettaglio prevede:
– la cancellazione dall’Albo delle Cooperative, e la conseguente perdita della qualifica di cooperativa, per le imprese che non siano state sottoposte alle revisioni/ispezioni previste dalla legge;
– il conseguente loro scioglimento e la devoluzione del patrimonio ai Fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione;
– la definizione di un programma di revisioni, in via prioritaria, per quelle cooperative che non siano sottoposte da lungo tempo alle revisioni o alle ispezioni, così come per le cooperative appartenenti ai settori più a rischio;
– la tempestiva comunicazione dello scioglimento delle cooperative all’Agenzia delle Entrate per contrastare il fenomeno di cooperative che nascono e cessano l’attività nel giro di pochi mesi accumulando debiti nei confronti dell’Erario;
– la creazione di una cabina di regia, presso il Ministero dello Sviluppo economico, che guidi i soggetti chiamati a vigilare sulle cooperative attraverso intese che consentano di coordinare revisori appartenenti anche ad altre Amministrazioni, così evitando sovrapposizioni e duplicazioni di adempimenti.