Aci Pesca Veneto plaude al voto unanime in Commissione Agricoltura della Camera che mira a ridisegnare il sistema sanzionatorio della pesca, riequilibrando finalmente il rapporto fra precetto e sanzione, e garantendo l’impegno contro la pesca illegale senza però criminalizzare i pescatori
L’intervento approvato va a incidere sull'entità delle sanzioni amministrative con l’obiettivo di renderle maggiormente “proporzionate”, come chiede l’Unione europea, senza rinunciare alla loro “dissuasività”.
Le correzioni votate riguardano infatti una diversa graduazione delle sanzioni pecuniarie, così da meglio bilanciare l’esigenza indifferibile di derivazione comunitaria, in modo che siano “effettive, proporzionate e dissuasive” (art. 44, Reg. (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata).
«È un risultato inseguito da anni e ora speriamo che sia confermato dal voto in aula previsto per la prossima settimana. Resta tuttavia l’amaro in bocca per non essere riusciti a modificare anche le norme che prevedono la confisca del mezzo nel caso di infrazioni commesse in acque interne» afferma Aci Pesca Veneto, che prosegue: «Con questo intervento si centra quindi l’obbiettivo di creare un regime giuridico che risulti finalmente sostenibile per la flotta italiana, senza cedere nulla sul terreno della lotta alla pesca illegale, vero nemico da combattere. Speriamo ora di trovare in fretta una modalità per perfezionare la riforma correggendo le norme anti-bracconaggio che, al momento, colpiscono eccessivamente i pescatori in particolare veneti».
La depenalizzazione di una serie di illeciti, compiuta a suo tempo dalla Legge 154 del 28 luglio 2016 n. 154, in fase applicativa aveva infatti evidenziato un’insostenibile sproporzione tra la sanzione e l’illecito commesso. E l’articolo 40 della legge, al fine di contrastare la pesca illegale nelle acque interne dello Stato, ha considerato illegale ogni azione di pesca nelle stesse acque tesa alla cattura o al prelievo di specie ittiche, stabilendo la confisca immediata del mezzo, indipendentemente che si tratti di abusivi totali o pescatori professionali, e senza valutare la volontarietà o meno della condotta.
E l’apparato sanzionatorio contenuto nel decreto legislativo 4 del 2012 ha già subito una prima modifica nel 2016 quando, con l’approvazione della legge 154, si apportarono importanti depenalizzazioni al sistema per alcune infrazioni legate alla cattura di esemplari sotto taglia; illeciti che in precedenza erano di natura contravvenzionale.