La cooperazione sociale mette a segno i primi risultati, dopo la levata di scudi contro l’applicazione “alla veneta” della spending review nel settore sociosanitario. Nei giorni scorsi infatti, Legacoop, Federsolidarietà-Confcooperative, Agci e Compagnia della Opere del Veneto avevano denunciato a una sola voce la linearità del taglio del 5% imposto dalle aziende sanitarie regionali alle cooperative di tipo A e B e l’interpretazione disomogenea della legge da parte delle ULSS.
Rispondendo alle loro richieste di ascolto, e a seguito dell’incontro di Legacoop e Federsolidarietà Veneto con il segretario regionale alla Sanità Domenico Mantoan e alcuni consiglieri veneti, i rappresentanti della Regione hanno assunto formalmente l’impegno a considerare con attenzione le pesanti conseguenze di una tale riduzione dei costi, sia sul piano della qualità dei servizi per gli utenti, sia su quello occupazionale per il sistema cooperativo. Complessivamente, infatti, la riduzione – se applicata – porterebbe in Veneto a 1500 posti di lavoro in meno nelle cooperative, al decurtamento dello stipendio per i fortunati che non rimarranno disoccupati e al conseguente calo della qualità e della quantità dei servizi offerti, a tutto danno dell’utenza.
La Regione si è ora impegnata a fare in modo, con un prossimo provvedimento di Giunta, che i tagli non penalizzino i servizi gestiti in regime di accreditamento, valorizzando, oltre alle strutture accreditate, anche i contratti che prevedono l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e dei soggetti deboli.
«Siamo molto soddisfatti per l’apertura e la disponibilità accordateci» commenta Loris Cervato, responsabile del settore sociale di Legacoop Veneto, che continua: «Ora stiamo a vedere. In attesa del provvedimento, le cooperative sociali venete non accettino nessuna modifica peggiorativa dei contratti in essere chiesta dalle ULSS».
*Nella foto Loris Cervato, responsabile del settore sociale di Legacoop Veneto