L’Alleanza delle Cooperative Italiane è stata la prima organizzazione di rappresentanza ad avviare la discussione con il mondo politico ed economico sulla legge di stabilità, il principale provvedimento che sarà al centro dell’agenda del Governo e del Parlamento alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, fino alla sua approvazione definitiva prevista per la fine del 2015. Occasione per aprire il confronto, martedì scorso, la “Giornata di Lavoro dell’Alleanza delle cooperative italiane in previsione della presentazione della legge di stabilità 2016 – proposte e progetti per la discussione”, tenutasi a Roma presso Palazzo della Cooperazione, e ha visto intervenire Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, e Stefano Fantacone, direttore del Centro Europa Ricerche.
In apertura il presidente dell’Alleanza Rosario Altieri ha sottolineato l’importanza della legge di stabilità definendola «un provvedimento che traccia le linee di politica economica e su cui è opportuno concentrare gli sforzi per delineare un percorso che sappia portare il nostro Paese definitivamente fuori dalle secche della crisi economica». «A livello macroeconomico – ha spiegato da parte sua Stefano Fantacone – ci sono fattori che stanno contribuendo a risollevare l’economia italiana da una crisi che dura ormai da sette anni: il solo andamento del prezzo del petrolio permette di risparmiare risorse per 10 miliardi; per consolidare la crescita occorre però un’inversione nella politica economica europea, condizionata pesantemente dalle scelte della Germania e dall’incapacità dell’Europa di porsi come soggetto politico ed economico unitario rispetto alle altre forze economiche mondiali».
Sulle scelte fatte finora dal Governo si è soffermato Taddei: «Avevamo davanti due strade: quella di ridurre da subito le tasse e aumentare la spesa pubblica, creando così l’illusione di essere tornati a crescere, ma avremmo avuto una crescita fragile, drogata, destinata a esaurirsi in pochi trimestri, oppure quella più tortuosa dell’avvio di un percorso di riforme strutturali in grado di offrire garanzie capaci di far ripartire gli investimenti, creando così i presupposti per un progetto di sviluppo solido». «Responsabilmente abbiamo scelto questa seconda strada – ha spiegato Taddei -, mettendo in cantiere e portando a compimento la riforma del mercato del lavoro e quella della pubblica amministrazione: riforme che garantiranno al Paese la possibilità di competere con le altre economie avanzate». «Il 2016 – ha concluso – segna l’inizio di una nuova fase, nel corso della quale il Governo avvierà una riduzione della pressione fiscale prima sulle imprese e poi sui redditi delle persone fisiche, senza per questo minare l’equilibrio dei conti pubblici».
Le riforme strutturali sono state più volte invocate dalla cooperazione come ha ricordato il copresidente dell’Alleanza Maurizio Gardini, sottolineando però come «il recupero di competitività attraverso una maggiore produttività ed efficienza non può avvenire tagliando gli stipendi; la cooperazione in questo può essere d’esempio, perché negli anni della crisi ha preferito sacrificare gli utili piuttosto che tagliare posti di lavoro». «Anche per questo – ha concluso il copresidente Aci Mauro Lusetti per Legacoop – è bene che il nostro sistema economico sia in grado di sostenere una biodiversità imprenditoriale in grado di contrastare il pensiero unico: come in natura è proprio la biodiversità a permettere di trovare soluzioni innovative per superare difficoltà che altrimenti diverrebbero insormontabili».
Fonte: Legacoop nazionale