Anche quest’anno abbiamo voluto che la direzione regionale della nostra associazione fosse un appuntamento aperto non solo ai componenti di Direzione ma anche ai rappresentanti delle cooperative: come occasione di confronto, e condivisione del percorso, e al contempo di riflessione su alcuni temi importanti e sfidanti, per l’impresa cooperativa come per l’associazione stessa.
Ad aprire la giornata, lo scorso 24 maggio, le approvazioni all’unanimità del rendiconto 2017 e del budget 2018: un bilancio che ha confermato il trend positivo, sia dal punto di vista economico che patrimoniale dell’associazione regionale.
Sono stati nominati sei nuovi componenti nella Direzione regionale e due nuovi in Presidenza (a seguito di nomine in scadenza). Integrazioni che rafforzano la componente “rosa” e la presenza di giovani. La quota femminile si attesta infatti quasi al 50% (26 su 54) nella Direzione e in Presidenza sale e diventa maggioritaria (6 su 10). Entrano in Direzione Cristina Palumbo di Tam Teatromusica, Attilio Pasqualetto di Berti, Gianluca De Biasi di Stone, Augusto Cibotto di Padagri, Paolo Pastore di Fairtrade ed Anna Sara Fasoli di Consorzio Vision; in Presidenza regionale Cristina Bertucco di coop sociale San Marco e Valentina Corras di Ai Progetti, a cui si aggiunge la ratifica della nomina di Michele De Marchi di Clm.
La mattina di lavori ha visto poi un significativo momento di confronto e dibattito sul tema della rappresentanza associativa: i forti cambiamenti in atto da tempo, le sfide strategiche da cogliere, il consolidamento di un sistema di servizi efficaci e di qualità per accompagnare e rafforzare le imprese e insieme ridisegnare la nostra funzione, a servizio della crescita dell’economia cooperativa in senso più ampio.
«Senza servizi non esiste alcuna rappresentanza» è il concetto, da considerarsi come un mantra, che il politologo Paolo Feltrin, invitato a portare il suo contributo di esperto alla riflessione, ha posto all’attenzione dei presenti come snodo fondamentale in questo contesto di forte crisi generale del ruolo e delle organizzazioni di rappresentanza.
«Abbiamo in questi anni lavorato per favorire il rafforzamento e l’evoluzione del nostro sistema di servizi, che da tempo non sono più quelli tradizionali ma servizi in grado di offrire valore aggiunto alle nostre imprese e di garantire vere e proprie consulenze e accompagnamento alle continue sfide imprenditoriali. Ed è grazie al nostro impegno su questo fronte strategico, che oggi Legacoop Veneto vede di rimando rafforzata anche la propria credibilità nel suo ruolo di rappresentanza politico sindacale» ha evidenziato il presidente di Legacoop Veneto Adriano Rizzi nel suo intervento. Oggi sono 337 le cooperative associate, ma il dato da evidenziare è che rispetto al 2011 il 50,44% è costituito da nuove iscrizioni. Ci viene anche da qui, da questo radicale cambiamento della nostra base associativa, la sfida a evolvere nel disegno e nella proposta dei servizi, perché si tratta di cooperative che spesso portano nuove istanze e nuovi bisogni, e si caratterizzano anche per fisionomia, composizione, motivazioni, attività diverse dal passato.
Un sistema di servizi efficaci e di qualità alla cui crescita e al cui potenziamento ha fortemente contribuito in questi anni IsfidPrisma, società di formazione e di consulenza di Legacoop Veneto: «Abbiamo voluto anzitutto concentrarci in un lavoro preliminare e attento di ascolto dei bisogni delle imprese, per fornire percorsi di consulenza e formazione anche personalizzati, piuttosto che risposte estemporanee» ha spiegato Daniela Novelli, responsabile dell’area consulenza di IsfidPrisma. «Si è lavorato a fianco delle imprese con l’obiettivo anche di far crescere una cultura di impresa efficace e di qualità, leva fondamentale per lo sviluppo imprenditoriale delle nostre cooperative».
A parlare di bisogni delle imprese, e di quanto siano mutati, è stato anche il direttore nazionale di Legacoop Giancarlo Ferrari: «A tale cambiamento devono corrispondere naturalmente nuovi servizi: alla luce della recente Riforma del Terzo settore, dobbiamo essere in grado di rappresentare l’impresa sociale e non solo la cooperativa e, dall’altro lato, dobbiamo saper garantire servizi per l’internazionalizzazione perché sempre più imprese nascono con questa vocazione».