La presidente di Legacoopsociali, Eleonora Vanni, ha visitato questa mattina il carcere “Due Palazzi” di Padova per conoscere da vicino la qualità e il valore del lavoro delle nostre associate e incontrarne i presidenti, i cooperatori e gli operatori. Padova è infatti un’eccellenza a livello nazionale, con ben due cooperative operanti da anni con impegno e professionalità nella casa circondariale cittadina. Ad accogliere la Vanni sono stati i presidenti Adriano Rizzi, di Legacoop Veneto, Nicola Boscoletto, della cooperativa sociale Giotto, e Rossella Favero, della coop sociale AltraCittà assieme al Responsabile del Settore Sociale di Legacoop Veneto Loris Cervato e al segretario di Legacoop Padova, Denis Cagnin.
Obiettivo della visita, riportare al centro dell’attenzione di istituzioni e mondo cooperativo l’importanza del lavoro in carcere. In tal senso, l’esperienza padovana rappresenta un modello capace di attivare risorse e progetti della cooperazione sociale per creare reali opportunità di lavoro a persone che necessitano di reintegrarsi nella società.
È infatti un modello vincente e noto a livello internazionale quello della cooperativa sociale Giotto, che dagli anni ‘90 promuove percorsi lavorativi per centinaia di detenuti del “Due Palazzi”, ottenendo ottimi risultati sul fronte del reinserimento sociale e del contrasto alla recidiva del reato. Le principali attività nel carcere sono: dal 2005 la pasticceria di alta qualità “I dolci di Giotto”, a cui negli anni sono stati attribuiti numerosi premi e riconoscimenti, la cucina, la gastronomia, il call center (gestisce anche i servizi di informazione e prenotazione per l’Ulss e l’azienda ospedaliera), l’assemblaggio di valige per una nota azienda e di business key, la produzione di biciclette e la sfridatura di cartoncini.
Un altro modello di eccellenza è quello di AltraCittà, che nasce quindici anni fa con l’obiettivo di promuovere l’integrazione sociale, in particolare di detenuti ed ex detenuti, tramite percorsi di formazione, di lavoro, di inserimento sociale fungendo da interfaccia tra il carcere e il territorio. Sono cinque i laboratori lavorativi attivi nella casa di reclusione di Padova: legatoria e cartotecnica, digitalizzazione, assemblaggio della carta, assemblaggio di minuterie (in collaborazione con FischerItalia), assemblaggio e confezionamento; a cui si aggiungono un laboratorio di restauro del libro e un negozio “AltraVetrina”. Due le biblioteche in gestione (casa di reclusione e casa circondariale di Padova).